KENNETH REXROTH
LE POESIE D’AMORE DI MARICHIKO
IV
Mi chiedi cosa pensassi
prima di essere amanti.
Facile risponderti.
Prima di incontrare te,
non avevo niente a cui pensare.
VII
Fare l’amore con te
è come bere acqua di mare.
E più ne bevo
più ho sete,
finché niente potrà spegnere la mia sete
se non bere l’intero mare.
XV
Poiché ti sogno
ogni notte,
i miei giorni solitari
sono soltanto sogni.
XX
Chi è? Io.
Io chi? Io sono io. Tu sei tu.
Tu prendi il mio pronome,
e siamo noi.
XXXIV
Ogni mattina
mi sveglio sola e sogno che
il mio braccio sia la tua dolce carne
che preme sulle mie labbra.
(da La stella del mattino, 1979)
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Quello di Marichiko è un racconto in versi raggruppati in sessanta brevi poesie che Kenneth Rexroth fa credere siano stati scritti da una poetessa giapponese da lui tradotta. È un alternarsi di passione, erotismo e intensità, di pena dell’assenza e desolazione della solitudine, passando dall’innamoramento all’ardore, alla fine di una storia e a ciò che questo comporta.
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DIPINTO DI VLADIMIR VOLEGOV
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LA FRASE DEL GIORNO
Bruciata d'amore, la cicala / piange. Silenziosa come la lucciola, / la mia carne si consuma d'amore.
KENNETH REXROTH, La stella del mattino
Kenneth Charles Marion Rexroth (South Bend, Indiana, 22 dicembre 1905 – Santa Barbara, California, 6 giugno 1982), poeta statunitense. Figura centrale nella poesia di San Francisco dal 1930 al 1970, visse attivamente la Beat Generation, verso cui fu critico. Gran parte della sua poesia è d’amore o erotica, influenzata dai lirici greci antichi e da Tu Fu, poeta cinese dell’VIII secolo.
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