martedì 25 agosto 2020

E siamo noi


KENNETH REXROTH

LE POESIE D’AMORE DI MARICHIKO

IV

Mi chiedi cosa pensassi
prima di essere amanti.
Facile risponderti.
Prima di incontrare te,
non avevo niente a cui pensare.


VII

Fare l’amore con te
è come bere acqua di mare.
E più ne bevo
più ho sete,
finché niente potrà spegnere la mia sete
se non bere l’intero mare.


XV

Poiché ti sogno
ogni notte,
i miei giorni solitari
sono soltanto sogni.


XX

Chi è? Io.
Io chi? Io sono io. Tu sei tu.
Tu prendi il mio pronome,
e siamo noi.


XXXIV

Ogni mattina
mi sveglio sola e sogno che
il mio braccio sia la tua dolce carne
che preme sulle mie labbra.


(da La stella del mattino, 1979)

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Quello di Marichiko è un racconto in versi raggruppati in sessanta brevi poesie che Kenneth Rexroth fa credere siano stati scritti da una poetessa giapponese da lui tradotta. È un alternarsi di passione, erotismo e intensità, di pena dell’assenza e desolazione della solitudine, passando dall’innamoramento all’ardore, alla fine di una storia e a ciò che questo comporta.

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DIPINTO DI VLADIMIR VOLEGOV

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LA FRASE DEL GIORNO
Bruciata d'amore, la cicala / piange. Silenziosa come la lucciola, / la mia carne si consuma d'amore.
KENNETH REXROTH, La stella del mattino




Kenneth Charles Marion Rexroth (South Bend, Indiana, 22 dicembre 1905 – Santa Barbara, California, 6 giugno 1982), poeta statunitense. Figura centrale nella poesia di San Francisco dal 1930 al 1970, visse attivamente la Beat Generation, verso cui fu critico. Gran parte della sua poesia è d’amore o erotica, influenzata dai lirici greci antichi e da Tu Fu, poeta cinese dell’VIII secolo.


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