EDITH SÖDERGRAN
VIERGE MODERNE
Io non sono una donna. Sono una cosa neutra.
Sono un bimbo, un paggio e una decisione ardita,
sono un raggio ridente di sole scarlatto…
Io sono una rete per tutti i pesci voraci,
sono un calice a onore di tutte le donne,
sono un passo verso il caso e la rovina,
sono un salto nella libertà e nel sé…
Io sono il sussurro del sangue nell’orecchio dell’uomo,
sono una febbre dell’anima, della carne voglia e rifiuto,
sono una targa d’ingresso a nuovi paradisi.
Io sono una fiamma, che cerca vivace,
sono un’acqua, fonda, ma audace fino al ginocchio,
sono fuoco e acqua in rapporto leale, e senza condizioni…
(da La luna e altre poesie, Via del Vento Edizioni, 1995 - Traduzione di Daniela Marcheschi)
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La poetessa finlandese di lingua svedese Edith Södergran, iniziatrice del Modernismo nella penisola scandinava, fu inizialmente influenzata dalla filosofia di NIetzsche, dall’antropocentrismo e dal cristianesimo. Il suo io poetico è forte, conscio però della dimensione androgina del suo corpo. Questa poesia, una delle sue più celebri, non poteva essere accolta positivamente dalla critica del tempo, anzi ricevette critiche dure e astiose. Fu una donna, la critica Hagar Olsson, a comprenderne appieno la potenza: dal gennaio 1919 ne nacque un’amicizia, dapprima solo epistolare, che si trasformò in “sorellanza” nonostante le due donne si incontrassero solo sei volte.
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EDITH SÖDERGRAN _ FOTOGRAFIA © KULTURKOLLO
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LA FRASE DEL GIORNO
Oh, tienimi chiusa fra le tue braccia, così forte ch'io non abbia bisogno di nulla.
EDITH SÖDERGRAN
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