MARIA DO ROSARIO PEDREIRA
LASCIAI CADERE IL TEMPO SUL TUO NOME
Lasciai cadere il tempo sul tuo nome,
come si adagia il marmo sulla terra e
l’acqua si sparge sulle braci. Mi vestii
di lutto come le donne che disfano
le culle vuote da tanto le guardano; e vidi
il sangue scendere finalmente sulla ferita,
come la cera che si rapprende sul palmo della mano
prima di perdersi nelle dita in polvere. Se
ti dimenticai, fu perché volli qualcuno che mi
chiamasse, un corpo che fosse un altro sul mio
corpo, una voce offerta per la mattina. Ma
niente, ma nessuno. Se il tempo non si
fosse abbattuto sul tuo nome, avrei potuto
almeno ora ricordarti – poiché non c’è
lapide senza corpo né cenere che non abbia
arso. E la casa è oggi più fredda che
mai: lasciai passare il tempo sul tuo
nome, e non c’è focolare, non c’è nido, non ci sono
figli che si possano perdere da me, né
candele per riempire di memoria questo silenzio.
(da Nessun nome dopo, 2004 - Traduzione di Mirella Abriani)
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“Non c'è più nessun nome. Dopo di te / mi destinarono solo nomi che non amai, / volti sui quali non volli posare gli occhi per paura / di fissarli, mani che erano sempre l'ombra / delle tue mani sotto le lenzuola”. Quella della poetessa portoghese Maria do Rosário Pedreira è una elaborazione del lutto per un amore dolorosamente finito ma rimasto a dolere come un arto fantasma: “Dopo di te, dopo gli altri uomini, / è ancora il tuo nome che dico, e nessun altro”.
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FELICE CASORATI, “SENZA TITOLO”
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LA FRASE DEL GIORNO
So chi sei, ma mi manca il tuo nome – né / sempre le parole arrivano agli occhi.
MARIA DO ROSÁRIO PEDREIRA, Nessun nome dopo
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