MARK STRAND
FRAMMENTO DI TEMPESTA
Dall'ombra delle cupole nella città delle cupole,
un fiocco di neve, tormenta al singolare, impalpabile,
è entrato nella tua stanza e si è fatto strada
fino al bracciolo della poltrona dove tu, alzando lo sguardo
dal libro l'hai scorto nell'attimo in cui si posava. Tutto
qui. Null'altro che un solenne destarsi
alla brevità, al sollevarsi e al cadere dell'attenzione, rapido,
un tempo tra tempi, funerale senza fiori. Null'altro
tranne la sensazione che questo frammento di tempesta,
fattosi niente sotto i tuoi occhi, possa tornare,
che qualcuno negli anni a venire, seduta come adesso sei tu, possa dire:
"È ora. L'aria è pronta. C'è uno spiraglio nel cielo".
(A Piece of the Storm, da Tempesta di uno, 1998 - Traduzione di Damiano Abeni)
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Un fiocco di neve, un minuscolo fiocco di neve che entra dalla finestra e viene a dissolversi sul bracciolo di una poltrona. È un infinitesimo – un miliardesimo dei fiocchi di neve che compongono una tempesta - eppure è proprio lì in questa poesia di Mark Strand, è un simbolo di ciò che accadrà, è un monito, un invito, un segnale di cambiamento.
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EDWARD HOPPER, "INTERMISSION"
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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia è un tipo di intrattenimento ma di un tipo diverso, meditativo.
MARK STRAND, Guernica, 15 aprile 2012
Mark Strand (Summerside, Canada, 11 aprile 1934 – Brooklyn, 29 novembre 2014), poeta statunitense di origini canadesi, fu saggista e traduttore, professore di Letteratura inglese e comparata alla Columbia University. Nel 1990 fu insignito della carica di Poeta Laureato della Biblioteca del Congresso.
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