ANDONIS FOSTIERIS
CINEGIRO
Non è passato neanche un istante ancora.
Mentre tenevo inchiodata la nave
Con le due –
Bisturi? Spada? Fulmine?
Mi taglia alla radice la sinistra. Non provai dolore
Come si potrebbe immaginare. Solo uno zampillo
Sprizza caldo dal promontorio della spalla
E all'improvviso
Lì accanto un braccio nell'acqua. Come estraneo.
Un pezzo di me, come estraneo. Distante.
Con quello che per tutta la vita ha tenuto accarezzato
Scintillante, un pesce nella schiuma
Arpionato. Immobile
Ora procede danzando
Verso l'abisso.
– Che dolorosa crudeltà, mio Dio!
Qui seppellisci te stesso fatto a pezzi,
E senza lacrime
Tu ricami metafore, come i poeti?
Come i poeti.
Che con la carta per sudario
Seppelliscono
In ogni parola un distante se stesso.
Un estraneo.
(da Paesaggi dal nulla, 2014 - Traduzione di Nicola Crocetti)
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Cinegiro è il fratello del tragediografo Eschilo. Nella battaglia di Maratona, combattuta nell’agosto o settembre del 490 avanti Cristo, tentò di bloccare la fuga dei Persiani fermando una trireme infilando le unghie nella poppa. I nemici, secondo il racconto inverosimile di Giustino, gli mozzarono allora un braccio, ma lui continuò a trattenere la nave con l’altro, e infine, mozzato anche questo, con i denti. È una storia molto “pulp” che il poeta greco Andonis Fostieris utilizza come metafora per i poeti e per le loro opere.
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IMMAGINE © ANCIENT HISTORY
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LA FRASE DEL GIORNO
Dopo la poesia / I poeti / Si sentono tristi. // Come gli animali / dopo l’amore.
ANDONIS FOSTIERIS, Paesaggi dal nulla
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