martedì 25 marzo 2014

Il fiore di ciliegio

 

KI NO TSURAYUKI

FIORE DI CILIEGIO

Il fiore di ciliegio
non mi pare
che cada presto:

il cuore umano, invero,
muta senza aspettare il vento.

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Questo waka di Ki No Tsurayuki, il poeta giapponese che antologizzò la poesia classica del suo paese sul principio del X secolo nel Kokinshū, è uno dei migliori esempi dell’uso della metafora naturalistica – si pensi a tanti haiku – ed è uno dei motivi estetici principali dei versi di Tsurayuki, che per primo si avvalse di quello che sarebbe in seguito diventato un cliché caratteristico della poesia giapponese. Ed è la grandezza di queste poche sillabe: il confronto tra il volo leggero dei petali di ciliegio che il vento di primavera strappa alla pianta e la volubilità imprevista dell’animo umano.

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FOTOGRAFIA © AUNTIE DOGMA

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LA FRASE DEL GIORNO
Su nulla abbiamo meno potere che sul nostro cuore, e, lungi dal comandarlo, siamo obbligati ad obbedirgli.
JEAN-JACQUES ROUSSEAU




Ki no Tsurayuki (872 – 30 giugno 945), poeta e scrittore giapponese legato all'ambiente della corte imperiale durante il periodo Heian. La sua notevole influenza sia come autore che come critico di waka contribuì non poco alla formazione dei canoni estetici di stile e contenuto della poesia giapponese: consolidò ad esempio il ricorso a metafore naturalistiche che divenne un cliché obbligato per tutta la produzione poetica successiva.


2 commenti:

Federica ha detto...

Quanto amo gli haiku, hanno il pregio di dire molto (e far riflettere) un poche parole.
Quello che vorrei facessero molte persone.
A presto, Federica
Che giornata noiosa di pioggia, oggi...

DR ha detto...

gli haiku sono l'esempio dell'estrema forza della sintesi, poesia concentrata.

Qui sospesi tra sole e nuvole, languore primaverile