Due poesie per marzo, per ritrovare nei versi l’allungarsi sempre più sensibile delle giornate, i primi fiori che colorano i giardini: biancospini, narcisi, primule, forsythie; per annusare quel sentore di terra che si risveglia e che si prepara ad accogliere i semi che i primi tepori di primavera porteranno poi a trasformarsi nel miracolo della vita. La prima delle poesie proposte è di Luigi Fallacara, la seconda della poetessa austriaca Ingebor Bachmann.
LUIGI FALLACARA
CLEMENZE
Giovino ai bianchi fiori,
ai primi, lungo un ramo senza verde
negli orti neri di terra bagnata,
le tue clemenze disattente, o marzo.
Si stanca il vento gelido,
si dirada la nuvola,
impensati fiati teneri
si volgono intorno.
E il dolce sole della nostra vita
è sopra il muro umido e annerito.
Guarda l'inclinazione
dell'anima, il mansueto
vuoto del nostro tempo.
Lume dorato e caro
disteso dentro l'aria, sui capelli
e sicure, tra specchi
d'acqua, al quieto raggio.
Mi persuado a vivere
nelle improvvide collocazioni
di sì vaga bellezza, stabilita
sui paesi pei loro riposi.
Così mi vien donata la tristezza,
leggera come la piuma dell'ombra
che il ramo appena sente
sotto di sé sospesa.
Prima che a terra convinta s'adagi,
ecco, il vento risorge, il raggio s'alza,
dora appena una nuvola, si chiude
lassù; senza memoria
di noi, trascorre su nuova tempesta.
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INGEBOR BACHMANN
STELLE DI MARZO
Ancora la semina è lontana. Si vedono
terreni inzuppati di pioggia e stelle di marzo.
Nella formula di pensieri infecondi
si configura l'universo seguendo l'esempio
della luce, che non sfiora la neve.
Sotto la neve ci sarà anche polvere
e, non disfatto, il futuro nutrimento
della polvere. Oh il vento che si leva!
Altri aratri dirompono l'oscurità.
Le giornate tendono a farsi più lunghe.
Nelle lunghe giornate, non richiesti,
veniamo seminati entro quei solchi storti
e diritti, e si eclissano stelle. Nei campi
prosperiamo o ci corrompiamo a caso,
docili alla pioggia, e infine anche alla luce.
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LA FRASE DEL GIORNO
E l’arco della porta bassa e il gradino liso / di troppi inverni, favola sono nell’improvviso / raggiare del sole di marzo.
LUCIO PICCOLO
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