SAFFO
IN GIARDINO
…qui, da me. Da Creta, a questo cerchio
magico, incantato santuario
di meli, altari che profumano
d’odori dell’oriente.
Acqua freschissima chiacchiera tra i rami
dei meli, e tutto questo spazio è un’ombra
di roseti. Dal bisbigliare del fogliame
quiete si distilla.
Nel prato pascola il cavallo, ed è una fioritura
di piena primavera. L’aria è tutta
aliti di miele…
Qui prendi le ghirlande, dea di Cipro,
e nei bicchieri d’oro, con finezza,
versa il tuo nettare frullato
di gaiezza…
(Traduzione di Ezio Savino)
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Questa lirica di Saffo, nota anche come “Il giardino di Afrodite” o “Invito all’Erano”, è tutta un fiorire di primavera: la poetessa greca ricrea le suggestioni di un giardino mediterraneo, con le rose e i bianchi fiori dei meli, con lo scorrere di un fresco rivolo d’acqua, con la dolcezza dei sentori della nuova stagione. Quel giardino è il tiaso, un consesso a metà tra la scuola per ragazze di buona famiglia e l’istituto religioso – dedicato in questo caso alla dea dell’amore, Afrodite – in cui la stessa Saffo, sacerdotessa, amante ed educatrice, istruiva le fanciulle perché fossero pronte al matrimonio: venivano insegnati il canto, l’estetica, l’eleganza, il portamento e l’amore stesso.
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JOHN WILLIAM WATERHOUSE, “MY SWEET ROSE”, PART.
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LA FRASE DEL GIORNO
Primavera d’intorno / brilla nell’aria, e per li campi esulta, / sì ch’a mirarla intenerisce il core.
GIACOMO LEOPARDI, Canti
Saffo (Ereso, 630 a.C. circa – Leucade, 570 a.C. circa), poetessa greca antica. Di nobile famiglia, colta e raffinata, istituì un tiaso, un collegio per ragazze, dedicato al culto di Afrodite, in cui si educavano le fanciulle al matrimonio. La sua sensibilità poetica seppe penetrare nell’animo e nelle cose cogliendone l’essenza, tanto che Platone la definì “la Decima Musa”.
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