lunedì 2 dicembre 2024

Un albero per ogni coppia


PILAR PAZ PASAMAR

INNAMORATI SULLA SPIAGGIA

Vorrei regalare a voi,
innamorati sulla spiaggia,
il tronco di qualche albero
dove tutti voi potreste
incidere le vostre iniziali.
Un pioppo o un pino,
o una quercia, o qualche pianta,
o l'acacia di un parco
meticoloso e freddo
che avete disertato per quest'aria
salmastra di mare.
Sì, un albero per ogni
coppia, un albero triste
come tutte le cose
che servono a ricordare.
Nel lungo cammino
non un cespuglio, non un trillo,
non un'ombra. Invece
di rose e margherita
da sfogliare, le alghe,
l'essenza marina
putrida e intensa.
Il faro in lontananza
illumina all'improvviso
l'abbraccio furtivo
e ammicca complice.
Un albero senza radici,
nell'aria, vi porterebbe.
Se mai, amanti
di quest'angolo, avessi
dimenticato il messaggio
di maggio, e colei che vi canta,
la mia voce, non ne sentisse più
l'annuncio, vi lascerei
la mia gola, e su di essa
- come su un vecchio tronco -
incidereste il classico
cuore, la promessa,
le iniziali e il giorno
e l'anno di una qualsiasi
primavera felice.
La mia gola potrebbe ancora
servire per amare.

(da Ave de mi, palabra fugitiva, 2013)

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La poesia come messaggio d'amore, come compartecipazione: è il sogno della poetessa spagnola Pilar Paz Pasamar, che offre i suoi versi agli innamorati che passeggiano lungo la spiaggia di Cadice perché – come un albero virtuale su cui incidere il classico cuore e le iniziali - ne facciano un segno e un ricordo del loro amore.

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DIPINTO DI RICHARD BLUNT

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   LA FRASE DEL GIORNO   

C'è in ogni cuore un piccolo e dolce mare. / Chi naviga nei suoi sogni mantiene la propria bussola.
PILAR PAZ PASAMARES, Del mare abbreviato

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Pilar Paz Pasamar (Jerez de la Frontera, 13 febbraio 1932 – Cadice, 7 marzo 1919),  poetessa spagnola. Membro del ramo di Cadice della generazione poetica del 1950, è la continuatrice della poesia simbolista e del lignaggio di Juan Ramón Jiménez. Canta la scoperta del mondo da un'intimità calda e sensuale con accenti realistici e civili.


domenica 1 dicembre 2024

Poesie per dicembre XI


Dicembre con i suoi geli e le sue luci festose - quasi a compensare la crudezza del paesaggio - chiude l'anno, come rilevano due poetesse, la spagnola Susana March e l'italiana Daria Menicanti. È tempo di feste e mercatini, certo, ma anche di riflessioni su quello che è stato.

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FOTOGRAFIA © ALAN KAMUSAL/PXHERE

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SUSANA MARCH

DICEMBRE

Se un giorno mi metterò a cantare,
tutto canterà con me.

Questo silenzio dei campi
sarà lacerato dal mio grido.

Le nuvole vagano senza fretta
spogliando la strada.

Che orizzonte desolato
in questo mese freddo!

C'è un'ondata di gelo
sui giovani pini.

Dicembre alza un calice
di uccelli in esilio.

Sto dormendo, sto sognando
dolci focolari accesi…

(da Poesie, 1966)

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DARIA MENICANTI

DICEMBRE

L’anno si accorcia: l’anno –
dicevano – sta già bruciando gli assi.
Ma il coraggio che occorre
per accettare quello che sei stato
quello che sei – il poco che sei ora –
l’animo che ci vuole
per ricominciare tutto da capo.
Coi pochi amici ultimi e le care
cose prima che affondino
affrettati a doppiare a uscire
al largo azzurro e ignoto

(da Ultimo quarto, 1990)

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Dicembre è il momento per ricordare il passato e guardare al futuro.
RALPH WALDO EMERSON

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Susana March Alcalá (Barcellona, ​​28 gennaio 1915 - 21 dicembre 1990), scrittrice e poetessa spagnola. Le sue poesie, in versi liberi e sovente autobiografici, hanno per tema l'invecchiamento e la visione della vita come percorso e, nel dopoguerra, una aspra critica alla borghesia.


Daria Menicanti (Piacenza, 1914 – Mozzate, 4 gennaio 1995), poetessa, insegnante e traduttrice italiana. In lei si mescolano il registro sarcastico e ironico e quello più sottile della malinconia. Per Lalla Romano la sua era “una voce nuova, moderna e classica, per niente alla moda, ma libera e anche audace”.