venerdì 27 dicembre 2024

Il modo di chiamarci


ALFONSO GATTO

IN QUELL'INVERNO

Dicevi: basterebbe restasse tra noi
il modo di chiamarci, il modo di tacere.
Dicevi: tornerà quest’ansia di stare insieme
in ascolto di noi come del vento,
passerà il bicchiere di mano in mano…

Ora la vita non ha più contento,
nel dividerci ognuno alla sua via
che lo porta lontano.

Non è rimasto nulla, la memoria
a volte accende il fuoco, chiama le ombre
a sedere, a tacere in quell’inverno.

(da La storia delle vittime, Mondadori, 1966)

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Quell'inverno che Alfonso Gatto evoca è un inverno lontano, un periodo che resta nella memoria e talora riaccende le sue braci. Ma, ahimè, il fuoco non riesce più a divampare, soffocato dagli anni di separazione, dalla lontananza: è solamente un fumo dove si trascinano le stanche ombre del ricordo.

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FOTOGRAFIA © RAWPIXEL

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Che senso, dimmi, ha il numero degli anni? / Puoi chiederlo, ma vedi sul mio volto / passare l'ombra rapida, nei chiari  / occhi che se ne sgombrano stupiti.
ALFONSO GATTO, La storia delle vittime

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Alfonso Gatto (Salerno, 17 luglio 1909 – Orbetello, 8 marzo 1976), poeta e scrittore italiano. Ermetico, ma di confine, giornalista e pittore, insegnante di Letteratura all'Accademia di Belle Arti, collaboratore di “Campo di Marte”, la sua poesia è caratterizzata da un senso di morte che si intreccia al vivere.


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