ÁNGEL GONZÁLEZ
L'INVERNO
L’inverno
delle lune grandi e dei giorni piccoli
è alle porte. Tanto tempo fa
ero bambino e nevicava tanto,
tanto. Lo ricordo
vedendo la terra nera che riposa,
appena illuminata dal ghiaccio
di una pozzanghera.
È incredibile: ma tutto ciò
che oggi è terra addormentata al freddo,
domani sarà grano
al vento. E papaveri
rossi. E tralci...
Senza speranza:
la terra di Castiglia attende
- i fiumi crescono -
con convinzione.
(da Parola dopo parola, 1965)
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I versi del poeta spagnolo Ángel González inneggiano a un altro inverno che arriva, un altro periodo di riposo vegetativo in cui la terra che sembra desolata e disperata in realtà sta ricaricando le batterie per tornare a risplendere nel nuovo verde di primavera. Come in tutte le cose umane e come recita saggiamente il Qoelet: "Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo".
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FOTOGRAFIA © ARTEM MELETOV/PEXELS
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LA FRASE DEL GIORNO
Molti dei fenomeni dell'inverno sono suggestivi di una tenerezza inesprimibile e di una delicatezza fragile. Siamo abituati a sentire questo re descritto come un tiranno rozzo e chiassoso; ma con la gentilezza di un amante adorna le chiome dell'estate.
HENRY DAVID THOREAU, Walden
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Ángel González Muñiz (Oviedo, 6 settembre 1925 – Madrid, 12 gennaio 2008), poeta spagnolo della Generazione del ‘50. Premio Principe delle Asturie nel 1985 e Premio Regina Sofia nel 1996. La sua opera mescola intimismo e poesia sociale con un tocco ironico. Il passare del tempo, l’amore e la civilizzazione sono i suoi temi ricorrenti, giocati su toni di un’ottimistica malinconia.
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