DIEGO VALERI
L’AVE
La campana ha suonato
e l'Angelo è venuto.
Lieve lieve ha sfiorato
con l'ala di velluto
il povero paese;
v'ha sparso un tenue lume
di perla e di turchese
e un palpito di piume;
ha posato i dolci occhi
sulle più oscure soglie...
Poi, con gli ultimi tocchi
cullàti come foglie
dal vento della sera,
se n'è volato via:
a portar la preghiera
degli umili a Maria.
(da Poesie vecchie e nuove, Mondadori, 1930)
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I grandi chef stellati dicono che la semplicità paga solo quando è perfetta. Il rischio della semplicità è naturalmente l’ingenuità. Ma Diego Valeri con i suoi giochi di rime e i suoi paesaggi naturali percorre un’altra via: la sua semplicità è una propagazione della coscienza, un diffondere tutto intorno il respiro dell’anima come quel suono di campane che porta la sera e spande tutt’intorno il messaggio dell’angelo.
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WILLIAM SAUNDERS, "CHIESA DI CAMPAGNA"
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LA FRASE DEL GIORNO
Angelo. Forse / t'ho per sempre perduto. O forse splendi / ancora, senza forma, nella vuota / aria d'intorno; sei la poca luce / che ancora dura…
DIEGO VALERI, Metamorfosi dell’Angelo
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Diego Valeri (Piove di Sacco, 25 gennaio 1887 – Roma, 27 novembre 1976), poeta, traduttore e accademico italiano, fu ordinario di Letteratura Francese all’Università di Padova per oltre vent’anni, tranne nel periodo 1943-45 quando riparò in Svizzera come rifugiato politico.