lunedì 17 luglio 2023

Il succo delle insonnie


ANNA ACHMATOVA

I VERSI

a Vladimir Narbut

Sono il succo delle insonnie,
il moccolo di storte candele,
il primo colpo mattutino
di centinaia di bianchi campanili...
Sono il tiepido davanzale
sotto una luna di Cernigov,
sono api, sono trifoglio ,
sono polvere, tenebre, afa.

Aprile 1940

(da La corsa del tempo, Einaudi, 1992 – Traduzione di Michele Colucci)

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“Quando la notte attendo il suo arrivo, / la vita sembra sia appesa a un filo”: la poesia di Anna Achmatova è scarna, meditata, rimasticata come esito di lunghe notti di insonnia: l’abbandono non può dunque che essere continuamente mediato dalla ragione, revisionato. Eppure la realtà, con tutta la sua crudezza e il suo disincanto è lì e invoca di essere narrata: “E  certo molte cose ancora / vogliono da me il loro canto”.

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ANNA ACHMATOVA IN UNO SCHIZZO DI AMEDEO MODIGLIANI

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Sapevo che tu mi sognavi. / Perciò non potevo dormire.
ANNA ACHMATOVA




Anna Andreevna Achmatova, pseudonimo di Anna Andreevna Gorenko (Bol'soj Fontan, 23 giugno 1889 – Mosca, 5 marzo 1966), poetessa russa. Fu osteggiata dal regime sovietico per il suo “estetismo” e per il “disimpegno" politico”. La sua poesia spesso scarna, libera dalle analogie simboliche, scolpita fino all'osso, si veste di un’ironia e di una malinconia che sconfinano nel disincanto.


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