VITTORIO SERENI
L’ALIBI E IL BENEFICIO
Le portiere spalancate a vuoto sulla sera di nebbia
nessuno che salga o scenda se non
una folata di smog la voce dello strillone
– paradossale – il Tempo di Milano l’alibi
e il beneficio della nebbia cose occulte
camminano al coperto muovono verso di me
divergono da me passato come storia passato
come memoria: il venti il tredici il trentatre
anni come cifre tramviarie
o solo indizio ammiccante della radice perduta
una sera di nebbia agli incroci di ogni possibile sera
infatti è sera qualunque traversata da tram semivuoti
mi vedi avanzare come sai nei quartieri senza ricordo
mai visto un quartiere così ricco in ricordi
come questi sedicenti «senza» nei versi del giovane Erba
tra due fonde barriere dentro un grigio acre tunnel
con che pena il trasporto buca la nebbia stasera
alibi ma beneficio della nebbia globalità del possibile
che si nasconde ma per fiorire
in alberi e fontane questa polvere d’anni di Milano.
(Da Gli strumenti umani, Einaudi, 1965)
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“È sera qualunque traversata da tram semivuoti / mi vedi avanzare come sai nei "quartieri senza ricordo”: Vittorio Sereni incastona questi suoi versi da Tabula rasa? di Luciano Erba nella sua poesia. È la stessa Milano dei primi Anni Sessanta, una nebbiosa e grigia città invernale e nell’atmosfera alienante della nebbia – che assume per metafora la funzione di alibi e di beneficio alla fuga dalla realtà - si perdono anche i ricordi e le riflessioni sulla posizione del poeta come individuo, sulla sua appartenenza alla storia, all’epoca in cui vive.
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PIAZZA DUOMO, MILANO, 1954 © ARCHIVI FARABOLA
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LA FRASE DEL GIORNO
Come nella grafica, mentre di solito si disegna in nero su uno sfondo bianco, può accadere il contrario, cioè disegnare in negativo, qualcosa di analogo ho fatto io. Sono cioè partito da una situazione che sapevo negativa, nonostante questo e, anzi, proprio per questo.
VITTORIO SERENI, Il grande amico
Vittorio Sereni (Luino, 27 luglio 1913 – Milano, 10 febbraio 1983), poeta italiano, è il capostipite della variante lombarda del novecentismo poetico, detto “Linea lombarda”. Ufficiale di fanteria, viene fatto prigioniero dopo l’8 settembre 1943. Nel dopoguerra è direttore letterario di Mondadori e cura la prima edizione dei Meridiani.
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