DINO CAMPANA
VI AMAI NELLA CITTÀ DOVE PER SOLE
Vi amai nella città dove per sole
strade si posa il passo illanguidito
dove una pace tenera che piove
a sera il cuor non sazio e non pentito
volge a un’ambigua primavera in viole
lontane sopra il cielo impallidito.
(da Canti Orfici ed altre liriche, Vallecchi, 1928)
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Sei endecasillabi (“Brevi poesie, come gli impressionisti”) bastano a Dino Campana per descrivere compiutamente l’incontro a Firenze con Sibilla Aleramo: quello che rimane è sì un senso di amarezza, un gusto di rimpianto per quell’amore consumato dalla sua eccessiva intensità, ma spicca anche la dolcezza, la “folle ebbrezza” aiutata dalla primavera fiorentina.
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SCENA DAL FILM "UN VIAGGIO CHIMATO AMORE" © CATTLEYA
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LA FRASE DEL GIORNO
Fiorenza giglio di potenza virgulto primaverile. Le mattine di primavera sull'Arno. La grazia degli adolescenti (che non è grazia al mondo che vinca tua grazia d'Aprile), vivo vergine continuo alito, fresco che vivifica i marmi e fa nascere Venere Botticelliana?
DINO CAMPANA, Canti orfici
Dino Carlo Giuseppe Campana (Marradi, 20 agosto 1885 – Scandicci, 1º marzo 1932), poeta italiano. l’unico accostabile ai “maudits” del Decadentismo europeo quali Rimbaud. La sua poesia brucia le scorie della tradizione di Carducci e D’Annunzio con un atteggiamento visionario che va oltre le cose e i dati realisticamente intesi. Di lui è nota l’appassionata relazione con Sibilla Aleramo.
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