PIERO BIGONGIARI
NON SO
Nell'umido brillare dei tetti,
nel calare del sole tra le scogliere
di strade, non so cos'altro aspetti,
s'altro dichiari con parole rade
ai passanti, ai vetri ciechi dei tram,
e a un tratto molto so della speranza,
ma non so neppure cosa si perde
nell'ansimo dell'aria, quasi un battito
accelerato di motore,
quasi tacchi più fitti, una catena
che si tende, gli occhi un poco più desti.
Ma lo sguardo è dentro le cose
a cercarvi la buccia tra la polpa,
e non v'è colpa sufficiente per la nostra gioia,
nemmeno la speranza e la solitudine:
tu sai che non so, tu sai che puoi chiedere.
26 novembre 1945
(da Rogo, Edizioni della Meridiana, 1952)
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La poesia, per Piero Bigongiari, è un mezzo per provare ad attraversare la realtà e trovare la luce che la illumini, “punto di resistenza a una civiltà ormai in profonda crisi anoressica”, come scrisse Giancarlo Quiriconi. Lo sguardo umano, dice lo scrittore fiorentino, è già curioso dentro le cose, per quanto esse astraggano dalla sua intelligenza: “Forse è questa l’ora di non vedere / se tutto è chiaro, forse questa è l’ora / ch’è solo di sé paga, ed il tuo incanto / divaga nell’inverno della terra, / nell’inferno dei segni da capire”.
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MARIO SIRONI, "PAESAGGIO URBANO"
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LA FRASE DEL GIORNO
Tutto, vedi, / ti aiuta a distaccarti un po’ per volta / dal crudo magma che t’avvolge e soffoca.
PIERO BIGONGIARI, Rogo
Piero Bigongiari (Navacchio, 15 ottobre 1914 – Firenze, 7 ottobre 1997), poeta e critico letterario italiano. Insegnò storia della letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Firenze. È considerato esponente di un ermetismo purista in cui dominano metafisicamente il tema dell’assenza, un forte anelito religioso e la trasfigurazione simbolica della realtà.
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