MICHÈLE LALONDE
SPEAK WHITE
Speak white
è bello sentirvi
parlare di Paradise Lost
o del profilo grazioso e anonimo che freme
nei sonetti di Shakespeare
siamo un popolo ignorante e balbuziente
ma non siamo sordi al genio di una lingua
parlate con l’accento di Milton e Byron e Shelley e Keats
speak white e perdonateci se non abbiamo altra risposta
che i canti rauchi dei nostri avi
e il dolore di Nelligan
speak white
parlate di un po' di tutto
parlateci della Magna Charta
o del monumento a Lincoln
del grigio fascino del Tamigi
dell’acqua rosata del Potomac
parlateci delle vostre tradizioni
siamo un popolo poco brillante
ma forte, capace di apprendere
la grande importanza delle focaccine
o del Boston Tea Party
ma quando voi really speak white
quando voi get down to brass tacks
per parlare del gracious living
e parlare del tenore di vita
e della Grande Société
un po’ più forte allora speak white
alzate le vostre voci da caporeparto
siamo un popolo duro d’orecchie
viviamo troppo vicino alle macchine
e sentiamo solo il nostro respiro sugli strumenti
speak white and loud
che vi si sente
da Saint-Henri a Sainte-Dominique
oh che lingua meravigliosa
per assoldare
dare degli ordini
fissare l’ora della morte sul lavoro
e della pausa che rinfresca
e fa salire il dollaro
speak white
tell us that God is a great big shot
and that we’re paid to trust him
speak white
parlateci di profitti e percentuali
speak white
è una lingua ricca
per comprare
ma per vendersi
ma per vendersi a perdita d’anima
ma per vendersi
ah! speak white
big deal
ma per dirvi
l’eternità di un giorno di sciopero
per raccontare
la storia del popolo-portiere
ma per rincasare la sera
all’ora in cui il sole muore sui vicoli
ma per dirvi sì che il sole tramonta sì
ogni giorno delle nostre vite all’est dei vostri imperi
niente vale una parolaccia
il nostro linguaggio non proprio pulito
macchiato di fango e di olio
speak white
siate a vostro agio nelle parole
siamo un popolo risentito
ma non incolpiamo nessuno
di avere il monopolio
del linguaggio giusto
nella lingua dolce di Shakespeare
con l’accento di Longfellow
parlate un francese puro e atrocemente bianco
come in Vietnam o in Congo
parlate un tedesco impeccabile
una stella gialla tra i denti
parlate russo parlate chiamate all’ordine parlate repressione
speak white
è una lingua universale
siamo nati per comprenderla
con le sue parole lacrimogene
con le sue parole sfollagente
speak white
tell us again about Freedom and Democracy
sappiamo che libertà è una parola nera
come la miseria è dei neri
e come il sangue si mescola alla polvere nelle strade di Algeri o di Little Rock
speak white
da Westminster a Washington diffondetevi
speak white come a Wall Street
white come a Watts
be civilized
e capite il nostro parlare di circostanza
quando ci chiedete gentili
how do you do
e ci sentite rispondervi
we’re doing all right
we’re doing fine
We are not alone
sappiamo
che non siamo soli.
1968
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Il 1968 era anno di rivolta. La poetessa canadese Michéle Lalonde, scomparsa lo scorso giovedì a Montréal all’età di 83 anni, colse l’occasione per scagliarsi contro il razzismo degli anglofoni contro i francofoni: l’espressione “Speak white”, parla bianco è l’insulto utilizzato nel Canada occidentale per aggredire coloro che, appartenenti al gruppo minoritario di lingua francese, si permettono, in un luogo pubblico, di parlare nella loro lingua e non in inglese. La poesia, che accusava l’egemonia politica ed economica anglo-americana, accolta favorevolmente dal pubblico, fu adottata dagli indipendentisti del Québec, cosa che spiacque alla Lalonde - il figlio Laurent Duchastel ha ricordato: “Mia madre si sentiva ostracizzata per il fatto che si riduceva la sua opera a una sola poesia che è stata sviata dal suo senso originale per dargli una connotazione nazionalista del Québec che non c’era nel testo originale.
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MICHÈLE LALONDE LEGGE SPEAK WHITE ALLA NUIT DE LA POÉSIE DEL1970
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LA FRASE DEL GIORNO
La lingua madre è una lingua edenica, nativa, naturale e libera.
MICHÈLE LALONDE
Michèle Lalonde (Montréal, 28 luglio 1937 – 22 luglio 2021), poetessa, scrittrice e drammaturga canadese. Laureata in Arte, lavorò alla rivista Situations e ai giornali Liberte e Maintenant. Autrice di opere teatrali storiche e di poesie, ha insegnato storia della civilizzazione alla scuola del Teatro Nazionale Canadese.
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