giovedì 15 ottobre 2020

Paradisi e mari di cenere


ÓSCAR ACOSTA

IL VISO

Dal tuo viso puro e luminoso
scaturisce una luce silenziosa
che lo spoglia tutto, scopre
paradisi e mari di cenere,
nasconde le ombre con la sua bella campana
e vola come un uccello.
Dimenticare il tuo viso è soffocare il cuore,
provare a ignorarlo è vivere
al buio, brancolando;
non serve ribadire
che il tuo viso promette un regno
in un universo immobile e distrutto.

(da Poesia minore, 1957)

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Se per il poeta honduregno Óscar Acosta i capelli della ragazza sono “una dolce stella, un pistillo / che combatte per essere giglio, / una colomba trasformata in pesca / una corona che si accende con le sue candele / e che scalda il sangue come il vino”, il viso allora è una luce che tutto rischiara, tanto che la sua assenza fa precipitare nel buio e brancolare a tentoni.

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HELENA WEIRZBICKI, "EMOZIONE"

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LA FRASE DEL GIORNO
L’oblio è un tunnel che si apre lentamente / fino al petto dell’universo.
ÓSCAR ACOSTA, Poesia minore




Óscar Acosta (Tegucigalpa, 14 aprile 1933 – 16 luglio 2014), poeta, scrittore, critico letterario, politico e diplomatico honduregno. Iniziò la sua carriera come giornalista in Perù, in seguito coltivò svariate forme artistiche. La sua è poesia marcatamente intimista e patriottica. Nel 1960 ottenne il Premio Rubén Darío.


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