mercoledì 20 marzo 2019

L’irrompente stagione


VINCENZO CARDARELLI

PRIMAVERA CITTADINA

Fra tuoni allegri e raffiche puerili
la primavera mette i suoi colori
e spiega la sua bandiera
come una cerimonia militare
che si svolge con qualunque tempo.
Di giorno in giorno avanza
l'irrompente stagione.
E già la terra è piena
del suo passaggio
e del suo fresco e molle detrito.
Il biancospino è fiorito e sfiorito
aspettando la polvere di maggio.
Gli alberi che vedemmo lungo il fiume
tutto un inverno nudi
hanno le foglie nuove e i tronchi neri.
Una vita incredibile e segreta
scorre in quei fusti umidi e adorni
di sì tenera chioma.
A pie' dei vecchi muri
le prode rinverdite
son come carne d'adolescente,
e si risentono i ruderi.
Ma le orgogliose piante sempreverdi
non conoscono primavera.
Decorosa tristezza di quegli alberi,
ornamento dei nostri giardini,
che ottobre non denuda
e aprile non rinnova.
Insensibili piante. Sono pari
ai monumenti cui fanno corona
e non sospirano che il plenilunio
e un usignolo che le consoli.

(da Giorni in piena, Quaderni di Novissima, Roma, 1934)

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Alle 22.58 di stasera con l’equinozio, l’anno entra in Ariete e comincia la primavera – in realtà già ha preso avvio più o meno in precisa consonanza con l’inizio della stagione meteorologica il 1° marzo. E come il poeta laziale Vincenzo Cardarelli possiamo meravigliarci ancora dei suoi colori e del suo rigoglio.

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FOTOGRAFIA DA PINTEREST

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LA FRASE DEL GIORNO.
Prima notte di primavera, gonfia / e lacera tra l'avvenire e l'essere.
MARIO LUZI, Dal fondo delle campagne




Vincenzo Cardarelli, nato Nazareno Caldarelli (Corneto Tarquinia, 1º maggio 1887 – Roma, 18 giugno 1959), poeta, scrittore e giornalista italiano. Sorta dall’Avanguardia degli Anni Dieci, la sua poetica rivela influssi dell’espressionismo linguistico e del frammentismo, ad esprimere  temi come lo sradicamento, il viaggio, l'adolescenza, la perdita di identità.


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