mercoledì 23 gennaio 2019

La città sconfinata



OSIP EMIL’EVIČ MANDEL’ŠTAM

DOVE FICCARMI IN QUESTO GENNAIO?


Dove ficcarmi in questo gennaio?
La città sconfinata è vischiosa fino al parossismo.
Che m’ubriachino le porte serrate?
Voglio mugghiare per tutti i catenacci e le serrature.

E le calze dei vicoli latranti,
gli stambugi delle vie sbilenche,
si celano frettolosi nei cantucci,
corrono fuori dagli angoli i citrulli.

Nella fossa, nel verrucoso buio pesto,
scivolo verso una ghiacciata pompa dell’acqua
e incespico, mi pasco d’aria morta,
si sparpagliano in volo i gracchi come pazzi,

li segue il mio “ah” e lancio un grido
contro una ghiacciata corba di legno:
Un lettore! Un consigliere! Un dottore!
Sulla scala pungente almeno uno scambio di parole!

1 febbraio 1937

(da Quaderni di Voronež, 1980 - Traduzione di Gario Zappi su Poesia n.344)
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Inverno 1937: il poeta russo Osip Emil’evič Mandel’štam vive con la moglie a Voronež. L’esilio è la pena che deve scontare per il suo anticonformismo sgradito al regime stalinista: evitata la condanna al campo di lavoro, era stato confinato a Čerdyn', negli Urali, ma, dopo un tentativo di suicidio, la pena era stata tramutata al divieto di risiedere nelle grandi città. All’epoca Voronež ha solo 300.000 abitanti e Mandel’štam la trova decisamente brutta, opprimente e soffocante, estranea, forse esatta espressione del suo stato d’animo.

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FOTOGRAFIA © TOPLEFTPIXEL

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LA FRASE DEL GIORNO
Voi, strappandomi i mari, la rincorsa, lo slancio / e dando al piede il sostegno di una terra forzata, / che avete escogitato? Un calcolo sagace: / il moto delle labbra non può venir sottratto.
OSIP  MANDEL’ŠTAM, Quaderni di Voronež





Osip Ėmil'evič Mandel'štam (Varsavia, 15 gennaio 1891 – Vladivostok, 27 dicembre 1938), poeta, letterato e saggista russo. Prosatore e saggista, esponente di spicco dell'acmeismo e vittima delle Grandi purghe staliniane: arrestato per una critica a Stalin e condannato ai lavori forzati in Siberia, morì nel campo di transito di Vladivostok.


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