lunedì 28 gennaio 2019

Un frutto mangiato a primavera


LIBERO DE LIBERO

NOI ABBRACCIATI LA NOTTE

Noi abbracciati la notte,
noi vide la notte a riva
del fiume sommersi
nel volto e nei capelli.
Noi l'aurora scoprì
strettissimi all'ala
delle mani e dementi:
e un albero, un altro albero
ancora ne parla alla gente.
Notizia avrai da un frutto
mangiato a primavera.

(da Eclisse, 1940)

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Gianfranco Contini colloca Libero De Libero tra i pochi poeti surrealisti italiani. Questa scena dal sapore mitologico, sospesa tra una bucolica fantasia onirica che indaga l’inconscio e l’essenza umana e il leitmotiv di molta della pittura romana dell’epoca – Cavalli, Cagli, Gentilini, Savinio e i loro bagnanti – ne è un buon esempio.
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CORRADO CAGLI, “I NEOFITI”, 1934 – COLLEZIONE PRIVATA

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LA FRASE DEL GIORNO
Ora è un tempo che non mi basta
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LIBERO DE LIBERO, Eclisse




Libero De Libero (Fondi, 10 settembre 1903 – Roma, 4 luglio 1981), poeta, critico d'arte e narratore italiano. Gli Anni ‘30 lo videro al Caffè Aragno di Roma con Vincenzo Cardarelli, partecipe della  scuola pittorica di via Cavour. La sua poesia si inserisce in un ermetismo legato alla terra, al vigore del reale.

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