VITTORIO SERENI
DI PASSAGGIO
Un solo giorno, nemmeno. Poche ore.
Una luce mai vista.
Fiori che in agosto nemmeno te li sogni.
Sangue a chiazze e sui prati,
non ancora oleandri dalla parte del mare.
Caldo, ma poca voglia di bagnarsi.
Ventilata domenica tirrena.
Sono già morto e qui torno?
O sono il solo vivo nella vivida e ferma
nullità di un ricordo?
(da Gli strumenti umani, Einaudi, 1965)
.
Il poeta Vittorio Sereni si trova di passaggio una domenica, solo per poche ore in una località di vacanza: è Bocca di Magra, frazione di Ameglia, dove la Liguria orientale sta ormai per diventare Toscana. In quel posto, dove poi affitterà una casa, è attratto dalla luce immobile, dagli oleandri, ma anche appunto da quella sensazione di precarietà, che non è solo del trovarsi per poco tempo in un posto, ma che viene a rivestire anche una riflessione esistenziale, addirittura metafisica sul vivere.
.
FOTOGRAFIA © ORION SAS
.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------
LA FRASE DEL GIORNO
Le nostre estati, lo vedi, / memoria che ancora hai desideri: / in te l’arco si tende dalla marina / ma non vola la punta più al mio cuore.
VITTORIO SERENI, Gli strumenti umani
Vittorio Sereni (Luino, 27 luglio 1913 – Milano, 10 febbraio 1983), poeta italiano, è il capostipite della variante lombarda del novecentismo poetico, detto “Linea lombarda”. Ufficiale di fanteria, viene fatto prigioniero dopo l’8 settembre 1943. Nel dopoguerra è direttore letterario di Mondadori e cura la prima edizione dei Meridiani.
Nessun commento:
Posta un commento