EUGENIO MONTALE
IL POETA
Si bùccina che viva dando ad altri
la procura, la delega o non so che.
Pure qualcosa stringe tra le dita
il deputante, il deputato no.
Non gli hanno detto al bivio che doveva
scegliere tra due vite separate
e intersecanti mai. Lui non l’ha fatto.
È stato il Caso che anche se distratto
rimane a guardia dell’indivisibile.
(da Diario del ’71 e del ’72, Mondadori, 1973)
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Si dice che la struttura del calabrone sia inadatta al volo, ma che lui non lo sa e vola. Eugenio Montale (1896-1981) in certo modo analogamente applica ai poeti questo paradosso: alla base dell’essere poeta c’è la mancata scelta tra due vite - la materiale e la contemplativa, la realtà e il sogno - così che la capacità di fare poesia diventa una involontaria fuga dall’incasellamento, un distinguersi che alla fine altro non è che un ruolo attribuito dal Caso al “trovarobe che in lei è inciampato / senza sapere di esserne / l’autore”.
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DISEGNO © COUNT SNEAKY’S JOURNAL
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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia non è fatta per nessuno, / non per altri e nemmeno per chi la scrive. / Perché nasce? Non nasce affatto e dunque / non è mai nata. sta come una pietra / o un granello di sabbia.
EUGENIO MONTALE, Diario del '71 e del ’72
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