FRANCISCO PINO
E LA VITA
E la vita, la vita è un istante
che dura da un milione di maggi,
cade presto e si rialza
presto. Non è un oblio.
Chi vede albeggiare vede abbastanza;
la luce, la rugiada,
quel Dio che adesso tace
dentro. Non è un oblio.
Un istante e tutto diventa buio.
Chi vede l’oscurità contempla
la morte di una rosa che non muore
mai. Non è un oblio,
è un viso che cieco vede un fiore.
(da Cuaderno salvaje, 1983)
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Francisco Pino, poeta spagnolo, aderì alle correnti di avanguardia in gioventù e non le abbandonò più, proponendo i suoi testi ironici e le sue creazioni grafiche, fotografiche e topografiche tra futurismo, dadaismo e surrealismo. Non è il caso di questa poesia, che fa parte di una raccolta scritta tra il 1975 e il 1979: qui non è l’invenzione grafica a stupire, ma quella definizione della vita posta a se stante nell’ultimo verso: una metafora che definisce il senso della vita, la sua incertezza, l’impossibilità di comprenderla fino in fondo ma solo di afferrarne solo una piccola parte.
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IVAN ALIFAN, “MEMORIES SMELL LIKE FLOWERS”
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LA FRASE DEL GIORNO
Esperti degli spazi / dalla terra alle stelle / ci perdiamo nello spazio / dalla terra alla testa.
WISŁAWA SZYMBORSKA, Appello allo Yeti
Francisco Pino (Valladolid, 18 gennaio 1910 - 22 ottobre 2002), poeta spagnolo. Di famiglia borghese, rifiutò di coltivarne gli interessi economici per dedicarsi alla letteratura. Dapprima seguace di Jorge Guillén, poi creazionista e surrealista, praticò una poesia sperimentale, visuale e religiosa.
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