DORIANNE LAUX
POLVERE
Qualcuno mi ha parlato la notte scorsa,
mi ha raccontato la verità. Solo poche parole
ma le ho comprese.
So che avrei dovuto alzarmi
e scriverle, ma era tardi,
ed ero esausta per aver lavorato
tutto il giorno in giardino a spostare pietre.
Ora ne ricordo solo il sapore -
non come di un cibo, dolce o aspro.
Più come una polvere fine, come polvere.
E non ero agitata o spaventata
ma soltanto rapita, consapevole.
È come succede talvolta -
Dio si affaccia alla tua finestra,
tutto luce brillante e ali nere
e tu sei troppo stanca per aprirgli.
(da What We Carry, 1994
È una poesia dell'americana Dorianne Laux, autrice di quattro libri di poesie e premiata nel 2006 con il Lenore Marshall Poetry Prize. La Laux, capace di questa bella intuizione, al confine con il soprannaturale e lo spirituale, prima di ottenere il successo letterario, ha svolto i lavori più svariati, nel solco del più puro sogno americano: cuoca in un ospedale, benzinaia e cameriera. Poi la laurea in Lettere al Mills College e l'insegnamento ai corsi di scrittura creativa all'Università statale del North Carolina e alla Pacific University.
Dorianne Laux ci racconta l'imponderabile, il risveglio improvviso della coscienza, questo soprassalto nella notte che non sappiamo da dove sia uscito e ci sgomenta nel dormiveglia per poi svanire nel nuovo sonno. Sogniamo tutte le notti e non ne ricordiamo che rari e vaghi brandelli. Chissà cos'era quella cosa importante che nel buio della stanza e dell'animo ci desta per un attimo. Ci penseremo domattina...
Frederick Leighton, "Flaming June"
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LA FRASE DEL GIORNO
Il sogno è la valvola attraverso cui tutto ciò evapora con bollori febbrili, con un vapore da fornace e con immagini fluttuanti subito dileguantisi. Da codeste visioni alcuni escono raggianti, altri, storditi, sconcertati di ritrovarsi nella realtà di tutti i giorni.
ALPHONSE DAUDET, Il nababbo
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