Il New York Times è andato a ricercare le preferenze letterarie del nuovo e osannato presidente americano, Barack Obama, considerando che dietro la sua eloquenza dovevano esserci solide letture: la sua capacità di persuadere e l'affabulatorio modo di intrattenere l'uditorio, conosciuto in oltre un anno di campagna elettorale, trovano radici in una vasta serie di autori e sono sfociate nel primo libro scritto dal 44° presidente degli Stati Uniti, "I sogni di mio padre".
Naturalmente ci sono i discorsi di Martin Luther King, ma anche i romanzi dell'afroamericano Ralph Ellison e le poesie del grande Langston Hughes e le opere di James Baldwin, Richard Wright e W.E.B. Du Bois: il giovane Obama era adolescente e andava alla ricerca della sua identità razziale. Poi venne il periodo della ricerca spirituale, e Barack si immerse nei testi di Nietzsche e di Sant'Agostino.
Dopo l'entrata in politica, Obama si dedicò a opere che gli illuminassero la nuova strada: in particolare "Team of Rivals", il libro che la storica Doris Kearns Goodwin dedicò alla decisione di Abraham Lincoln di includere membri dell'opposizione nel suo governo: è forse nata qui l'idea di chiamare Robert Gates, scelto dall'amministrazione Bush e rivestito di una tale fiducia da averlo scelto come "presidente provvisiorio" in caso di "catastrofe" durante la cerimonia di inaugurazione. E gli deve molto anche Hillary Clinton, la rivale chiamata a essere segretario di stato. Lincoln è la sua passione: legge tutto quello che viene scritto sul 16° presidente. Il viaggio che lo ha portato da Philadelphia a Washington in treno sulle tracce di Lincoln ha dunque il suo perché. Altri testi: un libro sui primi cento giorni di Franklin Delano Roosevelt e "Ghost wars" di Steve Coll sui rapporti tra Afghanistan e CIA.
Quanto alla vera e propria letteratura, il nuovo presidente, secondo quanto ha scritto egli stesso nella sua pagina di Facebook , ama "Moby Dick", il capolavoro di Hermann Melville, “Gilead” di Marilynne Robinson, “Self Reliance” di Ralph Waldo Emerson, “Il grande Gatsby“ di Francis Scott Fitzgerald, epopea del sogno americano. “Canto di Salomone” di Toni Morrison , “Il taccuino d’oro” di Doris Lessing e le poesie del Premio Nobel caraibico Derek Walcott gli sono servite per scrivere “I sogni di mio padre”.
Ora è il mondo a sognare...
Fotografia da Wikipedia
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LA FRASE DEL GIORNO
Determiniamo che una cosa può e deve essere fatta, e poi troveremo il modo.
ABRAHAM LINCOLN, Discorso del 20 giugno 1848
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