sabato 16 aprile 2022

Volare dietro a un raggio


OSIP MANDEL’ŠTAM

QUANTO VORREI, OH QUANTO

Quanto vorrei, oh quanto
– non visto, non sentito –
volare dietro a un raggio
là dove non esisto.

E tu nel cerchio irradia –
non c’è altra beatitudine –
e da una stella impara
che significa luce.

Ciò che ti voglio dire
è che sto bisbigliando
e sottovoce affido
te, mia bambina, a un raggio.

23 marzo – primi di maggio del 1937

(da Ottanta poesie, Einaudi, 2009 - Traduzione di Remo Faccani)

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Il raggio e la luce: in questi versi tardi, il poeta russo Osip Mandel'štam, provato dalle vicissitudini che lo hanno portato all’esilio e ai lavori forzati in Siberia, oscilla in questa ansia di infinito, in questo desiderio di una beatitudine celeste impossibile da raggiungere, che forse soltanto la poesia è in grado di contenere.


ILLUSTRAZIONE DI CATRIN WELZ-STEIN

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LA FRASE DEL GIORNO
Bisogna attraversare velocemente, in tutta la sua larghezza, un fiume ingombro di giunche cinesi che si muovono in più direzioni: è così che si crea il significato del linguaggio poetico. Il percorso compiuto – il significato – non può essere ricostruito interrogando i barcaioli: non sapranno dirci come e perché siamo saltati da una giunca all’altra.
OSIP EMIL’EVIČ MANDEL’ŠTAM, Conversazione su Dante




Osip Ėmil'evič Mandel'štam (Varsavia, 15 gennaio 1891 – Vladivostok, 27 dicembre 1938), poeta, letterato e saggista russo. Prosatore e saggista, esponente di spicco dell'acmeismo e vittima delle Grandi purghe staliniane: arrestato per una critica a Stalin e condannato ai lavori forzati in Siberia, morì nel campo di transito di Vladivostok.


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