KONSTANTINOS KAVAFIS
SULLA NAVE
Gli somiglia davvero questo
piccolo ritratto a matita.
Fatto in fretta, sul ponte della nave;
un pomeriggio d’incanto.
Tutt’intorno al Mare Ionio.
Gli somiglia. Ma più bello lo vedo nel ricordo.
La sua sensibilità - quasi morbosa -
dava luce al suo sguardo.
Più bello mi appare
ora che nell’animo riemerge, dal Tempo.
Dal Tempo. Tutte cose così antiche -
lo schizzo, la nave, il pomeriggio.
(da Poesie d’amore e della memoria, Newton Compton, 2006 – Trad. di Paola Maria Minucci)
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“Un pagano che alla nostra religione culturale oppone i suoi affetti e i suoi sensi e una sua inconscia (ma fino a che punto? non sappiamo abbastanza per dirlo con certezza) sua sintesi culturale mossa da quelli”: così Vittorio Sereni definì Konstantinos Kavafis: il poeta di Alessandria d’Egitto rimane aderente in effetti a questa sua passione neoellenistica che si avvolge nella bellezza e nel ricordo, e dà ragione al Cesare Pavese del Mestiere di vivere: “La ricchezza della vita è fatta di ricordi, dimenticati”.
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GIANNIS TSAROUCHIS, "RITRATTO DI GIOVANE"
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LA FRASE DEL GIORNO
E come indugiavo, fermo a guardare / la porta, e mi attardavo sotto la casa, / tutto il mio essere sprigionava / l'emozione d'amore rimasta ancora serbata.
KONSTANTINOS KAVAFIS, Poesie
Konstantinos Petrou Kavafis, (Alessandria d'Egitto, 29 aprile 1863 – 29 aprile 1933), poeta e giornalista greco. Pubblicò 154 poesie, spesso ispirate all'antichità ellenistica, romana e bizantina, percorre, mirando al sublime, i vari gradi di un'esperienza estetica congiunta alla pratica dell'amore omosessuale.
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