LOUISE GLÜCK
MATTUTINO
Perdonami se dico che ti amo: ai potenti
si mente sempre perché i deboli sono sempre
spinti dal terrore. Non posso amare
ciò che non posso concepire, e tu non riveli
praticamente nulla. Sei come il biancospino,
sempre la stessa cosa nello stesso luogo,
o sei piuttosto la digitale, imprevedibile, prima apparsa
come stecco rosa sul pendio dietro le margherite,
e l’anno dopo, violacea nel roseto? Devi vedere
che a noi non serve, questo silenzio che incoraggia a credere
che devi essere ogni cosa, la digitale e il biancospino,
la rosa vulnerabile e la margherita resistente: finiamo col pensare
che non potresti esistere. È questo
che vuoi che pensiamo, questo spiega
il silenzio del mattino,
i grilli che non sfregano ancora le ali, i gatti
che non si azzuffano nell’orto?
(da L’iris selvatico, Il Saggiatore, 2021 – Traduzione di Massimo Bacigalupo)
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Nel suo giardino del Vermont la poetessa Louise Glück – Premio Nobel per la Letteratura 2020 - dialoga con le piante: le osserva, le segue, le interpella, cerca di trovare in esse la risposta ai quesiti del mondo, interroga contemporaneamente un Creatore in quella che del Paradiso è “una replica, un luogo in un certo senso / diverso dal cielo, essendo / pensato per dare una lezione: altrimenti / uguale – la bellezza da entrambe le parti, bellezza / senza alternativa – Solo che / non sapevamo quale fosse la lezione”.
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FOTOGRAFIA © ZAZU70/PIXABAY
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LA FRASE DEL GIORNO
Qualche volta un uomo o una donna impone la sua disperazione / a un’altra persona, si chiama / scoprire il cuore, o anche, scoprire l’anima.
LOUISE GLÜCK, L’iris selvatico
Louise Elisabeth Glück (New York, 22 aprile 1943), poetessa statunitense nata da famiglia ebrea ungherese. È stata premiata con il Pulitzer nel 1993 ed è stata Poeta Laureato del Congresso nel 2003. Per anni lettrice d’inglese al Williams College, ora insegna a Yale. Nel 2020 è stata insignita del Premio Nobel per la Letteratura.
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