mercoledì 13 aprile 2022

Una città prossima al sonno


VITTORIO SERENI

VIAGGIO DI ANDATA E RITORNO

Andrò a ritroso della nostra corsa
di poco fa
che tanto bella mai ti sorprese la luna.
Mi resta una città prossima al sonno
di prima primavera.
O fuoco che ora tu sei
dileguante, o ceneri confuse
di campagna che annotta e si sfa,
o strido che sgretola l'aria
e insieme divide il mio cuore.

(da Gli strumenti umani, Einaudi, 1958)

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Tra gli strumenti umani c’è certamente la memoria: il ricordo, il continuo ritornare al passato, ha grande rilevanza nell’opera poetica di Vittorio Sereni, che sia ciò che la mente ha rimosso o che siano le origini, come in questo caso, che raffigura un breve viaggio in treno verso i luoghi dell’infanzia – siamo nei primi Anni Cinquanta e il poeta ha nel frattempo vissuto l’esperienza della guerra e della prigionia. In quella campagna su cui cade la notte di primavera, in quel buio si dissolve anche il passato ritrovato.

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FOTOGRAFIA © CHRISTIAN LUE/UNSPLASH

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LA FRASE DEL GIORNO
Di noi che cosa fugge sul filo della corrente?
VITTORIO SERENI, Gli strumenti umani




Vittorio Sereni (Luino, 27 luglio 1913 – Milano, 10 febbraio 1983), poeta italiano, è il capostipite della variante lombarda del novecentismo poetico, detto “Linea lombarda”. Ufficiale di fanteria, viene fatto prigioniero dopo l’8 settembre 1943. Nel dopoguerra è direttore letterario di Mondadori e cura la prima edizione dei Meridiani.


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