domenica 6 marzo 2022

Una selva di stili


CAMILLO SBARBARO

LA CATTEDRALE

Pullulando dal bujo, orrida quale
una selva di stili al cielo eretti,
s’alza sul vasto mareggiar dei tetti,
tutta rinchiusa in sé, la cattedrale.

S’appoggia forte sui portali; sale
massiccia; poi di botto par si getti
contro il ciel: lo frastaglia di merletti,
lo ingombra di sua mole colossale.

Ma destata dall’alba, ecco s’arrossa
sui fastigi, trasale, canta a festa,
dal rombo di sue tre campane scossa;

mentre di sotto, dalla luce gialla
e grigia spunta, salta su, si desta
la città che confusa s’accavalla.

(da Resine, Caimo, 1911)



La poesia di Camillo Sbarbaro – dice Enrico Testa nel commento al Meridiano uscito a nome del poeta ligure - “continua a parlarci anche oggi – e a trovare ascolto – con il timbro semplice e familiare in bilico tra richiamo del nulla e valore dell’immanenza”. Parole perfette per delineare il racconto della cattedrale che si sveglia come un corpo nei versi di questo sonetto che costruisce un puzzle di elementi e di colori.


LOUIS HUBBARD GRIMSHAW, "ST. GILES"

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LA FRASE DEL GIORNO
Via Ventisettembre al primo sole, rossiccio. Per la maggior parte, in ombra: grigia e monumentale; ma rosea lassù la piazza – fiore in cima al gambo.
CAMILLO SBARBARO, Trucioli




Camillo Sbarbaro (Santa Margherita Ligure, 12 gennaio 1888 – Savona, 30 ottobre 1967),  poeta, scrittore e aforista italiano. Nelle sue poesie seppe coniugare un’osservazione della natura e un’analisi anche introspettiva della psicologia umana con uno stile secco e acuto.


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