giovedì 24 marzo 2022

Cotogni e melograni


IBICO

COTOGNI E MELOGRANI A PRIMAVERA

Cotogni e melograni a primavera
rinfrescati da vive acque di fiume,
dove è un giardino intatto delle Muse
e i getti della vite
cresciuti all'ombra dei tralci
sono nel loro fiore: ma a me Eros
in nessuna stagione dà riposo
si spicca da Afrodite e m’aggredisce 
come la tramontana della Tracia
incendiato di lampi, arido e folle,
tenebroso e impassibile, e possente
sorveglia la mia mente alla radice.

ἦρι μὲν αἵ τε Κυδώνιαι
μηλίδες ἀρδόμεναι ῥοᾶν
ἐκ ποταμῶν, ἵνα Παρθένων
κῆπος ἀκήρατος, αἵ τ' οἰνανθίδες
αὐξόμεναι σκιεροῖσιν ὑφ' ἕρνεσιν
οἰναρέοις θαλέθοισιν· ἐμοὶ δ' ἔρος
οὐδεμίαν κατάκοιτος ὥραν.
τε†ὑπὸ στεροπᾶς φλέγων
Θρηίκιος Βορέας
ἀίσσων παρὰ Κύπριδος ἀζαλέ-
αις μανίαισιν ἐρεμνὸς ἀθαμβὴς
ἐγκρατέως πεδόθεν φυλάσσει†
ἡμετέρας φρένας

(da La poesia d’amore antica, Bur, 2013 – Traduzione di Enzo Mandruzzato)

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La primavera è tempo di fiori e di rigoglio: è l’amore che si manifesta in tutta la sua potenza e la sua bellezza – così pensa Ibico, poeta reggino del V secolo avanti Cristo, considerando invece di ritrovarsi sempre in balia dei tormenti amorosi senza mai fiorire: Eros gli riserva il perenne inverno di un sentimento che non ritempra ma che al contrario colpisce senza tregua.

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FOTOGRAFIA © PEXELS

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LA FRASE DEL GIORNO
Mi guarda tra le palpebre azzurrine / Eros che strugge / con infinite malie / con le inafferrabili reti della Dea.
IBICO




Ibico (Reggio, 570 a.C. circa – Corinto?, dopo il 522 a.C.), poeta greco antico di lirica corale. Restano solo frammenti pari a meno di 100 versi delle sue poesie: carmi lirici di contenuto eroico e poesie d'amore soprattutto in lode della bellezza degli efebi. Cicerone lo considerava poeta d'amore più ardente di tutti gli altri poeti greci.


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