LUIS FELIPE VIVANCO
IL VERSO
Un angelo
Un angelo non è un verso,
è qualcosa di più.
(È meno
del dolore sedentario
delle spalle nude
che reggono, senz'ali,
le ore dissanguate).
Un angelo ci situa
dentro l'ora unica,
- bianchi muri isolati
d'una casa, tra orti
di febbraio, nella calda
profondità d'un vallone -,
mentre crescono le pagine
volgari, i contagi,
e le strade s'allungano
falsamente ambiziose…
(da Tempo di dolore, 1940 – Traduzione di Oreste Macrì)
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Luis Felipe Vivanco, poeta spagnolo della Generazione del’36, fa dell’ispirazione religiosa ed esistenziale il fulcro della sua poetica: “Qualcuno respira (cerca il senso / delle parole, quelle, le altre, quelle al centro / d'un circolo di ulivi, di graziosi animali / mansueti, pazienti, e si son dileguate). / Respira con parole: le sue parole. E tue. / Parole tue, Signore, parole mie che passano / per la mia solitudine lunga verso l'estremo / del mio corpo”. La parola dunque serve a esprimere quella tormentata vita interiore, a dare voce all’intima sofferenza.
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DIPINTO DI RAFAL OLBINSKI
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LA FRASE DEL GIORNO
Essere poeta: orientarsi, /
come la luce incerta che attraversa la radura /
e invece di un'esistenza brillante, avere un'anima.
LUIS FELIPE VIVANCO, La radura
Luis Felipe Vivanco (San Lorenzo de El Escorial, 22 agosto 1907 - Madrid, 21 novembre 1975), poeta e architetto spagnolo. Carattere triste e taciturno, riversò nella poesia il suo intimismo mistico e trascendente, trattando temi riguardanti la religione, la famiglia e la vita quotidiana.
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