JUAN JOSÉ SAER
LA PAROLA È ANCHE VISIBILE
La parola è anche visibile,
la sua forma è azzurra, la sua consistenza quella dell’aria.
Il sole dorato parla con scintille di fuoco reale.
Non cercare
simboli, ma una semplice lettera di rami intrecciati,
presenza o assenza, o nell’acqua, segni torbidi.
Le tempeste non annunciano un dio occulto,
i baci riflettono una dolce tentazione passeggera.
Dove guardiamo, l’ombra e la luce si abbracciano con amore,
sulle nostre teste, nell’alto del giorno, la lettera rimane
dall’eternità, in attesa del suo significato.
Non cercare
ciò che non esiste in ciò che mormora di un amore impagabile,
la terra vergine, data nella sua totalità, accoglie i nostri grandi abbracci,
pietra di sogno o sogno di pietra,
tuttavia sottomessa a un ordine reale.
Non vedo tra gli alberi altro che un richiamo.
1963
(da Taccuini di lavoro. Progetti inediti, 2012)
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Un bosco, una foresta dove il sole si riflette nello specchio d’acqua – è il Paraná cantato in molte altre poesie e romanzi dallo scrittore argentino Juan José Saer: l’indagine sul significato del mondo è proprio lì, scritta nel cielo, nell’acqua, tra le piante, sulla pietra. Riconoscere che la parola è visibile è un passo in avanti per decifrare il mistero: "Vogliamo decifrare la morte, la vita, l'aria, le estati".
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FOTOGRAFIA © CAVENAGHI9
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LA FRASE DEL GIORNO
Sia chiaro: l'anima, come si suol dire, non è, a quanto pare, cristallina ma paludosa.
JUAN JOSÉ SAER, Glossa
Juan José Saer (Serodino, 28 giugno 1937 – Parigi, 11 giugno 2005), scrittore e poeta argentino. È ritenuto uno dei più importanti ed influenti autori della letteratura latinoamericana e della letteratura in lingua spagnola del XX secolo. Spazio e tempo sono i temi principali della sua opera.
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