GIOVANNI GIUDICI
COSANESAI
Cosa ne sai, cosa ne sai... Niente
ne seppi infatti prima che all'improvviso
quando tutto pareva a posto - io
che in me di crema e miele me la cullavo
canora, coreografica eventualmente,
in un qualche giardino appositamente allestito.
E invece niente - fu asettica, vitaminica,
per non dire del tutto jemenfoutiste.
Alle mie sparute proteste - oh no, diciamo
semplicemente legittime richieste
di spiegazione: mi sembrava che tu avessi
ventilato... C'è poco da ventilare,
sardonica tagliauccelli con un risolino in gola
o ( che è lo stesso ) un po' di naso nel tono
che tra donne si scambiano confidenze,
che mai ti prende vuoi scherzare - mi disse.
E io, che quali amori chissà o tiepidi
trionfali con lei e me al centro della cupola,
sparutamente protestando - oh no,
diciamo con urbanità domandando,
coccige premuroso ad arco nella postura
d'accoglienza di rispettosa
istanza a un tempo chiappe e guancia porgendo
al suo cosa ne sai - tanto per prendere tempo.
Perché poi mi dicesse - tutto sul lieto
fine puntavo - un veramente dolce
cosa-ne-sai loschetta nel tono di quella
che sotto il letto ti nasconde in fretta
e - aspetta solo un momento, bisbiglia
per liberarsi non so
di un qualche noioso impegno preesistente
o una scaletta dietro un paravento ti mostra.
E fu in quella appunto che per sempre si eclissò
mentre io ancora: ochèi,
ochèi - ripetevo a lei perfettamente
tranquillo gallinaceo continuando a beccare
per terra calandrino e calarmi le brache...
Per questo non mi piacciono i tristi amori lumache
tutti i tuoi dopovedremo i tuoi cosanesai
- ne ho abbastanza, ormai.
(da Autobiologia, Mondadori, 1969)
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“Una sera come tante, e nuovamente / noi qui, chissà per quanto ancora, al nostro / settimo piano, dopo i soliti urli”: è la vita protagonista delle poesie di Giovanni Giudici, quell’esistenza cruda e impoetica che però sa rivelare travolta la labile traccia da sempre ricercata. Qui l’indagine si sposta nel rapporto uomo-donna, nel campo dell’amore, si infila sotto le lenzuola, nel ginepraio di discorsi da cui quello stesso amore esce smitizzato, perdendo l’illusoria dolce misticità che lo aveva originato.
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DIPINTO DI JACK VETTRIANO
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LA FRASE DEL GIORNO
L'essere è più del dire - siamo d'accordo. / Ma non dire è talvolta anche non essere.
GIOVANNI GIUDICI, La vita in versi
Giovanni Giudici (Porto Venere, 26 giugno 1924 – La Spezia, 24 maggio 2011), poeta e giornalista italiano. Della sua formazione cattolica e del suo lavoro nell'industria ha fatto i poli di una tensione che lo trascende e caratterizza il suo impegno civile. Numerose le sue traduzioni: Frost, Sylvia Plath, Orten, Pound, Ransom e Puškin.
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