lunedì 12 aprile 2021

Édouard Maunick


Il poeta, critico e traduttore mauriziano Édouard Maunick è morto a Parigi sabato scorso. Era nato nel 1931 a Flacq, uno dei nove distretti dell’Isola di Maurizio. Dopo aver lavorato come libraio nella capitale Port Louis, era emigrato a Parigi nel 1960, per lavorare come scrittore e direttore della Coopération Radiophonique e in seguito della Collezione di Opere Rappresentative dell’UNESCO. Le sue poesie risentono dell’immaginario del paesaggio natale: “Quando apri gli occhi al mondo la prima volta” dichiarò in un’intervista “le prime immagini, i primi suoni, il primo gusto, be’, ogni cosa per me proviene da quell’isola. E ho subito deciso di offrire ogni talento che potessi avere a quell’isola, nominarla, descriverla – una descrizione interiore – e farla conoscere a un mondo sempre più vasto”.

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I VORTICI DEL MARE

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la terra è invecchiata con questa storia del mare
le parole e i ritratti assistono sempre allo stesso destino

ma i poeti hanno i loro apocrifi
libri interdetti ai mattini del fuoco
incendiari del mare
non consumarono la memoria
che sulle spiagge di risonanze…


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sono morto prima di te
prima del segno dentro di noi
avevo contro la pelle la prova di primavera
ma che ho fatto vivendo
se non abbordare la lacrima esatta
e l’esatta presenza
dunque cos’è se non solitudine

ora che il mio viso ha fatto il giro della tua mano
la ragione di parlare assassina la ragione di dire
troverai al suo posto la luce di morte lenzuola

e la dismisura possibile e la violenza delle dita
leggeranno sul tuo ventre la scrittura dell’esilio

(Torquemada-Lisbona)

(da I vortici del mare, 1964, in Autoantologia, Jaca Book, 1992 – Trad. Roberto Carifi)

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LA FRASE DEL GIORNO
Dirò che i tropici mi hanno preso in ostaggio. / Mi libera solo la poesia. Ne ho fatto un canto / di schiavo che rode le sue catene.
ÉDOUARD MAUNICK, Autoantologia




Édouard Joseph Marc Maunick (Flack, 23 settembre 1931 – Parigi, 10 aprile 2021), poeta e giornalista mauriziano di lingua francese. Emigrato a Parigi nel 1960, diresse la Collezione di Opere Rappresentative dell’UNESCO. La sua poesia, legata all’isola natale, trasmette sentimenti di isolamento e ricorda la persecuzione degli antenati africani.


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