giovedì 15 aprile 2021

Bernard Noël


Questo mese di aprile si è portato via un altro poeta: la sua casa editrice P.O.L., ha annunciato la morte il 13 aprile di Bernard Noël, 90 anni, autore francese poliedrico, teorizzatore della “sensure”, che giocando con l’omofonia con “censura” indica la privazione non della parola, ma del suo senso, ovvero della comprensione, dell’estensione, del significato. Alla sua base è l’abuso di linguaggio che diventa censura snaturandone il significato. La privazione del senso è quindi giocoforza al centro delle sue opere, così come la censura, cui è stato fatto oggetto nel 1968 a seguito di un romanzo erotico, e la violenza del potere.  In La pelle e le parole, nel 2012, tracciò quella che è stata la linea guida di tutta la sua esistenza: “Io / che mi scavo la pelle ogni giorno / non ho sete né di verità né di felicità né di nome / ma della fonte di questa sete".

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TGV 3

la notte viene lenta e grigia un virus nell’aria
lo sguardo prova a sentire la sua invasione
un fumo tre case un tratto di neve
come vedere la penetrazione dell’immagine
il deflusso quando le parole la espellono
ma niente e niente e niente un cerchio di luce
alcune forme appena intraviste in velocità
lingua spazzata dalla tempesta del tempo
il nero ha imbevuto tutto lo spazio
ogni cosa si è ridotta al suo fumo
la solitudine copre il finestrino

(da Il resto del viaggio, 1997)

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L’OSCURO LAVORO

l’oscuro lavoro
sfiora la tenera pelle
annerisce la schiena

nessun volto
il tu s’inarca
un muro d’amore

e l'apparato gode
da dietro
il leggio delle spalle

sorregge piegati
tutti gli sguardi
che non scambieremo

dimmi dici tu
ma l’intimità
è come la sirena

(da La metà del gesto, 1982 – Tradzuione di Viviane Ciampi)

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LA FRASE DEL GIORNO
Non c'è mai stato niente al di fuori del linguaggio per me. C'è l'inesprimibile perché c'è il dicibile.
BERNARD NOËL




Bernard Noël (Sante-Geneviève-sur-Argence, 19 novembre 1930 - 13 aprile 2021), poeta, scrittore, saggista e critico d’arte francese. Autore poliedrico, ha pubblicato anche con lo pseudonimo Urbain d'Orlhac. La sua poesia indaga sulla privazione di senso delle parole, quella che definisce “sensure”.


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