GIUSEPPE UNGARETTI
NOTTE
Il ragazzo
che nelle vene ha i fiumi
di tante umanità diverse
è scappato
dalle cornici dove
adornava
il suo dolce tempo perduto
smarrisce
la sua ombra tra l’altre.
San Michele, il 14 agosto 1916
(da Altre poesie ritrovate, in Vita d’un uomo. Tutte le poesie, Mondadori, 1969)
.
Il 10 gennaio del 1917 Giuseppe Ungaretti inviava per lettera dalla zona di guerra a Giuseppe Prezzolini due poesie non inserite nel Porto sepolto, pubblicato nel 1916: una è Soldato (Sono impoverito / la povertà dei sassi / sui quali mi butto / quando viene il momento /d’aspettare”), l’altra è questa Notte, in cui è possibile riconoscere il poeta stesso, quello nelle cui vene scorrono “i miei fiumi / contati nell’Isonzo”, quel crogiolo di genti e di esperienze, dall’infanzia e dall’adolescenza ad Alessandria d’Egitto alla vita poetica di Parigi, alla guerra sul Carso. Prezzolini pubblicherà le due poesie su Tempo della Voce solo nel 1960.
.
SOLDATI SUL CARSO – FOTOGRAFIA DI PIBBLICO DOMINIO
.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------
LA FRASE DEL GIORNO
Eccovi un uomo / uniforme // Eccovi un'anima / deserta / uno specchio impassibile.
GIUSEPPE UNGARETTI, L’Allegria
Giuseppe Ungaretti (Alessandria d'Egitto, 8 febbraio 1888 – Milano, 1º giugno 1970) è uno dei tre grandi poeti dell’Ermetismo italiano. Trasferitosi a Parigi nel 1912, prese parte alla Prima guerra mondiale nelle trincee del Carso e poi in Champagne. Dal 1935 al 1942 insegnò in Brasile e dal 1947 al 1965 fu professore di letteratura moderna alla Sapienza.
Nessun commento:
Posta un commento