lunedì 10 dicembre 2018

L’angelo della cattedrale


LUIGI FALLACARA

UN GIORNO IN PUGLIA

Il barocco di chiese e di palazzi
è bianco e nero come i giorni sazi
divisi dalla notte in parti uguali,
metà vita e metà sonno mortale.
Guardavo il chiaro ed il cupo pensiero,
come l’angelo della cattedrale
che ha un occhio bianco ed ha l’altr’occhio nero.
Al sole per i vicoli tortuosi
aprivano i gerani i rossi irosi,
ma all’ombra, in un canale di miasmi,
vedevo, vita, come l’uomo plasmi.
Sole azzurro di fumi, ombre in recessi,
tagliata a filo netto di coltello;
di qua e di là era pur bello,
nel buio e nella luce, esser lo stesso.

(da Celeste affanno, Libreria Editrice Fiorentina, 1952)

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Serbo un chiaro ricordo della mia visita in Puglia: il bianco delle città e il rosso dei gerani nelle viuzze ricoperte dalle “chianche”. Anche il poeta barese Luigi Fallacara rileva questo aspetto, addolcito ancora di più dal Barocco che decora le città; ma gli affianca anche il alto oscuro, “gli azzurri veleni che mesce il cielo”o “l’odore della nafta bruciata” citati da Vittorio Bodini che qui, nel primo dopoguerra ancora scevro dal disastro ambientale dell’ILVA,  diventano “un canale di miasmi”. Eppure, dice Fallacara, la Puglia è fusione di tutto ciò ed è bello essere nel mezzo.

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Duomo_lecce_facciate

FOTOGRAFIA © PARIDE81/WIKIPEDIA

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LA FRASE DEL GIORNO
È questo il miracolo che ci commuove, e ci commuove a poesia, che dentro lo spessore di un uomo sia .
LUIGI FALLACARA, Lettera a Carlo Betocchi, 23 maggio 1939




Luigi Fallacara (Bari, 13 aprile 1890 – Firenze, 15 ottobre 1963), poeta e scrittore italiano. Attivo nelle avanguardie letterarie del primo ‘900, scrisse su Lacerba. Dopo aver partecipato alla Prima guerra mondiale approda alla fede cattolica, vivendo per sei anni ad Assisi e maturando dalla meditazione su San Francesco la sua poesia metafisica confluita in un lirismo mistico che canta l’amore per tutte le creature.


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