domenica 23 agosto 2009

Finché uomini respirano


WILLIAM SHAKESPEARE

SONETTO 18

Devo paragonarti a una giornata estiva?
Tu sei più incantevole e mite.
Impetuosi venti scuotono le tenere gemme di maggio
e il corso dell’estate è fin troppo breve.

Talvolta troppo caldo splende l’occhio del cielo
e spesso il suo aureo volto è offuscato,
e ogni bellezza col tempo perde il suo fulgore,
sciupata dal caso o dal corso mutevole della natura.

Ma la tua eterna estate non sfiorirà,
né perderai possesso della tua bellezza;
né morte si vanterà di coprirti con la sua ombra,

poiché tu cresci nel tempo in versi eterni.
Finché uomini respirano e occhi vedono,
vivranno questi miei versi, e daranno vita a te.

(da Sonetti)

 

EMILY BRONTË

IL TEMPO E L'OBLIO HANNO CANCELLATO

Il tempo e l'oblio hanno cancellato
ormai quel sorriso d'incanto
gli anni hanno spento la freschezza
muffa e umidità sfigurano il volto.
Ma la ciocca di capelli di seta
ancora intrecciata sotto il ritratto
dice quale fosse un tempo quel viso
ne ritrae l'immagine alla memoria.
Bianca la mano che ha vergato quel verso
"Amore sappimi sempre fedele"
veloci correvano le belle dita
quando la penna tracciava quel motto.

 

Il passare del tempo è protagonista di queste due poesie, un sonetto di William Shakespeare dedicato come molti dei primi 126 al giovane W.H. e una lirica dell’autrice di “Cime tempestose”, Emily Brontë. Il Bardo e la giovane poetessa, che morirà di tubercolosi a soli 30 anni, sanno che la poesia è eterna, o almeno più duratura della vita umana: se la gioventù si trasforma in vecchiaia nel breve volgere di alcuni decenni e la bellezza appassisce, neppure la morte riuscirà a cancellare la gloria e la memoria. La profezia di Shakespeare, invero un po’ presuntuosa, è però la migliore testimonianza: il misterioso Mr W.H. rivive , a distanza di quattrocento anni nei meravigliosi sonetti del Cigno dell’Avon.


 

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LA FRASE DEL GIORNO
L'arte fa soltanto dei versi, solo il cuore è poeta.
ANDRÉ CHENIER, Elegie




William Shakespeare (Stratford-upon-Avon, 23 aprile 1564 - 23 aprile 1616), drammaturgo e poeta inglese, considerato il più  eminente drammaturgo della cultura occidentale. Il suo dono poetico di consiste nella trasformazione dall'interno dei modelli esistenti, dal poemetto ovidiano alla tragedia , dalla commedia plautina a quella romantica o romanzesca, storica o leggendaria.


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