GIACOMO LEOPARDI
ALLA LUNA
ALLA LUNA
O graziosa luna, io mi rammento
Che, or volge l'anno, sovra questo colle
Io venia pien d'angoscia a rimirarti:
E tu pendevi allor su quella selva
Siccome or fai, che tutta la rischiari.
Ma nebuloso e tremulo dal pianto
Che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci
Il tuo volto apparia, che travagliosa
Era mia vita: ed è, né cangia stile,
O mia diletta luna. E pur mi giova
La ricordanza, e il noverar l'etate
Del mio dolore. Oh come grato occorre
Nel tempo giovanil, quando ancor lungo
La speme e breve ha la memoria il corso,
Il rimembrar delle passate cose,
Ancor che triste, e che l'affanno duri!
Che, or volge l'anno, sovra questo colle
Io venia pien d'angoscia a rimirarti:
E tu pendevi allor su quella selva
Siccome or fai, che tutta la rischiari.
Ma nebuloso e tremulo dal pianto
Che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci
Il tuo volto apparia, che travagliosa
Era mia vita: ed è, né cangia stile,
O mia diletta luna. E pur mi giova
La ricordanza, e il noverar l'etate
Del mio dolore. Oh come grato occorre
Nel tempo giovanil, quando ancor lungo
La speme e breve ha la memoria il corso,
Il rimembrar delle passate cose,
Ancor che triste, e che l'affanno duri!
Il doloroso piacere del ricordo è il tema di questa celebre poesia di Giacomo Leopardi, scritta a Recanati tra il 1819 e il 1820. Del resto, il titolo scelto dal poeta per la pubblicazione sul “Nuovo Ricognitore” nel 1825 fu proprio “La Ricordanza”. La luna è il pretesto, l’immutabile costante nello scorrere del tempo: Leopardi, allora ventunenne, guardandola, ricorda un periodo passato della sua vita, circa un anno prima, ricorda anche il dolore che provava allora, quando il pianto sul ciglio gli annebbiava la vista del pianeta, e sembra voler confermare la massima di Cicerone secondo cui “il ricordo dei mali passati è giocondo”. Era un periodo in cui erano sorti seri problemi agli occhi e la vita a Recanati gli sembrava insopportabile, tanto da ideare un progetto, poi fallito, per fuggire da casa e rifugiarsi nel Lombardo-Veneto.
Ma quel dolore non è ancora superato, la situazione è identica. Differente è una specie di consapevolezza del poeta sull’ineluttabilità del dolore; si affida nella sua gioventù alla speranza, per quanto vana: allora ricordare, per quanto doloroso, risulta gradito, uno dei famosi “piccoli idilli” leopardiani.
Georg Emil Libert, "Paesaggio romantico al chiaro di luna"
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LA FRASE DEL GIORNO
Il piacere è sempre o passato o futuro, non mai presente.
GIACOMO LEOPARDI, Zibaldone, 29 settembre 1823
Giacomo Taldegardo Francesco Salesio Saverio Pietro Leopardi (Recanati, 29 giugno 1798 – Napoli, 14 giugno 1837), poeta, filosofo, scrittore e filologo italiano. La sua poesia si collega a un’approfondita riflessione sulla condizione e il destino dell’uomo nella civiltà moderna sulla traccia di una concezione radicalmente pessimistica dell’esistenza.
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