Visita al Santuario del Monte Perello, in località Algua, ma raggiungibile da Selvino a piedi con un percorso tra i boschi di quaranta minuti o in auto lungo una strada di montagna tutta curve in un quarto d'ora.
Il santuario appare all'improvviso dopo l'ultima curva (in auto) o al termine della leggera salita (a piedi). Il campanile in ardesia grigia sembra dare un senso di fresco al villeggiante che raggiunge la meta. All'interno due cappelle: una, più grande, alla quale si accede salendo una scala di una decina di gradini e l'altra, più buia, che si raggiunge scendendo una scala di numerosi gradini; tra le due un corridoio tappezzato di ex voto e un affresco cinquecentesco in fase di restauro.
La prima cappella, quella in alto, è luminosa; è decorata a strisce orizzontali grigie e rosa con alcuni quadri di non eccelso valore. Accanto all'altare due statue rappresentano la scena del miracolo, avvenuto nel 1413: la Vergine appare a un contadino e fa germogliare un olivo da un tronco secco. È ben resa l'ingenuità del contadino che sfocia in un atto di devozione e sottomissione: egli è infatti inginocchiato. Davanti all'altare ardono parecchie candele accese dai pellegrini nel corso della giornata. La volta è rotonda con travi intagliate poste a distanza di circa un metro e mezzo l'una dall'altra.
Nella seconda cappella, protetta da un'inferriata, ancora la scena del miracolo: di fronte ad essa ardono lumini in contenitori di metallo rosso cremisi; la volta è affrescata e non molto alta. Una porticina con una feritoia a croce, al pari di altre due finestre, consente la visione sul cortile coperto di ghiaia.
Tra gli ex voto esposti nel corridoio, oltre a quelli ricamati a mano e ai molti che riportano fotografie di auto distrutte in incidenti stradali, ne spiccano alcuni dei primi anni del secolo: il ritratto di una miracolata, un uomo investito da una carrozza a cavalli, un altro caduto da un albero, un altro ancora salvatosi nelle trincee della prima guerra mondiale. In mezzo a tutti gli ex voto un grande cuore d'oro ricorda tutti i nostri Caduti.
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LA FRASE DEL GIORNO
Ma i cittadini italiani non sono da meno. Li ho visti, li ho visti in folla a Ferragosto. Erano l'immagine della frenesia più insolente. Ponevano un tale impegno nel divertirsi a tutti i costi, che parevano in uno stato di «raptus»: era difficile non considerarli spregevoli o comunque colpevolmente incoscienti.
PIER PAOLO PASOLINI, Lettere luterane
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