SANDRO PENNA
IO VIVERE VORREI ADDORMENTATO
Io vivere vorrei addormentato
entro il dolce rumore della vita.
NEL SONNO INCERTO DORMO ANCORA UN POCO
Nel sonno incerto dormo ancora un poco.
È forse giorno. Dalla strada il fischio
di un pescatore e la sua voce calda.
A lui risponde una voce assonnata.
Trasalire dei sensi - con le vele,
fuori, nel vento? - Io sogno ancora un poco.
(da Poesie, Garzanti, 1976)
Sandro Penna è un poeta difficilmente collocabile nella letteratura del ‘900: non ha certo subito l’influenza di Ungaretti, lo si può forse avvicinare a Saba. In realtà, Penna, nella sua semplicità di dizione che trasforma le poesie in un diario che racconta stati d’animo, è una specie di moderno poeta alessandrino con il suo eros ingenuo e spontaneo che fa da sfondo ai versi, eros come felicità e gioia di vivere anche quando diventa, come spesso accade, dolore… E chiaro appare nel primo distico che sembra essere un manifesto programmatico della sua poetica:
Una vita di sensazioni, di pura poesia, è quella cui Penna ambisce e che fece dire al critico Anceschi di una “poetica dell’indolenza”. Almeno è quello che appare dagli endecasillabi della seconda poesia proposta.
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LA FRASE DEL GIORNO
La vita è un sonno, l'amore ne è il sogno e avrete vissuto se avete amato.
ALFRED DE MUSSET
Sandro Penna (Perugia, 12 giugno 1906 – Roma, 21 gennaio 1977), poeta italiano. Con toni epigrammatici, le sue poesie esprimono spesso un’intenso desiderio sensoriale di vita talora malinconico e cantano l’amore omosessuale (“Poeta esclusivo d’amore”, si definì egli stesso).
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