La scuola dove ho frequentato i cinque anni del liceo si trova in via Garibaldi, pochi metri prima che questa sbocchi nella Rotonda dei Mille. Questo incipit autobiografico per dire quanto Bergamo sia legata alla spedizione che nel 1860 portò alla distruzione dello Stato Borbonico e consentì l’annessione della Sicilia e dell’Italia meridionale al Piemonte, necessaria premessa all’Unità del 1861.
Centosettantotto furono i bergamaschi, della città e della provincia, che partirono per Quarto, dove si imbarcarono nell’impresa. Circa il 20% del totale. Tra loro Francesco Nullo, Giovanni Battista Camozzi e Francesco Cucchi, cui sono dedicate altre vie cittadine, cinque volontari di Pontida (udite, udite!) e un sedicenne di Caprino ucciso a Calatafimi dai soldati borbonici.
Una viva contraddizione per la città dove sono nato, divisa tra la fierezza per quei suoi eroi che compirono un’epica azione risorgimentale e la voglia di indipendenza economica che ha fatto attecchire meglio che altrove le radici della Lega.
Bergamo, Rotonda dei Mille, il monumento a Garibaldi
© Bergamo da scoprire
* * * * * * * * * * * * * * * * * * * * *
LA FRASE DEL GIORNO
Sono convinto di non aver fatto male, nonostante ciò non rifarei oggi la via dell'Italia meridionale, temendo di essere preso a sassate, essendosi colà cagionato solo squallore e suscitato solo odio.
GIUSEPPE GARIBALDI, Lettera a Adelaide Cairoli
Nessun commento:
Posta un commento