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venerdì 25 aprile 2025

La mano che ci distingue


ALFONSO GATTO

LA MANO

Ora che tutto è certo si fa ambigua
la speranza del tempo, la paura
d’averlo già fermato ad un’esigua
soglia di luce nella stanza oscura.

Ma questo conta: il limite, la mano
che ci distingue, il battere vicino
del cuore. Il cuore non è più lontano
complice e solo: tinto dal suo vino

dalla sua feccia, non è più che umano.

(da La storia delle vittime, 1966)

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È una poesia del tempo di guerra, questa di Alfonso Gatto, che scrive da una Milano occupata e che ha ascoltato per telefono dall'amico Giorgio "il clamore di Roma liberata". È stanco, "amaro, vile d'invidia". Rimane in lui quell'incertezza, quella debolezza, quel timore, quell'ansia che lascia "tutti desti nelle case, tutti muti".

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SCOTT HUTCHISON, "MANI #1"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Io credo che nel cuore di tutti gli uomini sopravvissuti alle stragi e agli orrori di quest'ultima guerra sia rimasta una durezza che non si scioglierà mai, tanto meno nelle parole.
ALFONSO GATTO, Poesie

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Alfonso Gatto (Salerno, 17 luglio 1909 – Orbetello, 8 marzo 1976), poeta e scrittore italiano. Ermetico, ma di confine, giornalista e pittore, insegnante di Letteratura all'Accademia di Belle Arti, collaboratore di “Campo di Marte”, la sua poesia è caratterizzata da un senso di morte che si intreccia al vivere.


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