AURORA LUQUE
GEL
Preparo l'asciugamano. Mi tolgo le scarpe. Quella spugna
porosa e gialla che ho comprato all'osceno mercatino
turistico sull'isola di Hydra
quanto è docile sotto l'acqua quotidiana
tanti mesi dopo, in esilio.
All'improvviso il gel ricorda - la sua lattiginosa chiarezza,
la sua esatta consistenza - lo sperma del mito,
il corpo primitivo e squilibrato di Urano,
un sussurro di onde al largo
e una dea che toglie
i resti di un'altra schiuma dalle sue spalle.
Mi colpisce un'emozione così anacronistica,
un doloroso pulsare, profondo e assurdo,
per quel mare. Solo per quel mare. Sto cercando una dose
di mari sostitutivi.
Come potrei disintossicarmi?
Dipendo per la vita
da una droga. Dalla Grecia.
(da Carpe noctem, 1994)
.
L'elemento mitologico raggiunge una geniale trasposizione in questi versi della poetessa spagnola Aurora Luque: il semplice compito quotidiano di insaponarsi con un gel sotto la doccia scatena l'immagine del mito di Urano che fece germogliare da Gea le Erinni, le ninfe e i Giganti; e ancora quella spugna acquistata in un mercatino di Hydra genera la nostalgia della Grecia, di quel suo mare, di quella sua storia.
.
ALYSSA MONKS, "È LA VITA REALE?"
.
LA FRASE DEL GIORNO
Il corpo amato non è mai / solo un corpo.
AURORA LUQUE, Carpe noctem
.
Aurora Luque (Almería, 20 settembre 1962), poetessa e traduttrice spagnola dal francese, dal latino e dal greco. Insegnate di greco antico a Malaga, nei suoi versi coniuga la tradizione con la modernità, realizzando una simbiosi tra il linguaggio classico e il discorso colloquiale.
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