sabato 18 novembre 2023

Polaroid che sbiadisce


HANS MAGNUS ENZENSBERGER

POLAROID CHE SBIADISCE

È raro che tu oda un suono di corni.
Anche espressioni come rinuncia,
voluttà, beatitudine
non ti giungono quasi più all’orecchio.
Sono andati perduti
stilo, polizzino di confessione, lacca per sigilli.

Le donne di una volta
Lentamente si dissolvono,
sempre più pallide
nell’emulsione degli anni.

Che la tristezza diventa bianca
E nel bianco si dilegua,
che la vendetta scolora
e la voglia si squaglia –
e fosse solo questo,
o anima bella!

Anche la stanchezza
ti diventerà indolore,
anche il dolore.

(da Chiosco, 1999 – Traduzione di Anna Maria Carpi)

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Hans Magnus Enzensberger punta la nostra attenzione sull’obsolescenza degli oggetti – e anche delle persone. Avrebbe concordato con Gesualdo Bufalino, che scrisse ”Come invecchiano presto oggi gli oggetti. Una Balilla è già come una colonna dorica”, riversando la sua nostalgica emozione alle “comparse nei film americani degli anni Trenta, i dischi a 78 giri, i calendari degli anni passati”. Le Polaroid, che sono fotografie, più che oggetti ritraggono solitamente le persone: e puntualmente, lentamente, sbiadisce il ricordo, come svanisce ogni cosa “nell’emulsione degli anni”

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FOTOGRAFIA © TANTE TATI/PIXABAY

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Una foto è un istante arrestato, il più forte, il più toccante, il più doloroso.
 
CHAHDORTT DJAVANN, Autoritratto degli altri

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Hans Magnus Enzensberger (Kaufbeuren, 11 novembre 1929 – Monaco, 24 novembre 2022), scrittore, poeta, traduttore ed editore tedesco. La sua poesia, con espressione volutamente antipoetica e provocatoria, non vede un mezzo di salvezza per l'uomo e si presenta come denuncia spietata di tutte le storture e debolezze della società.


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