martedì 10 maggio 2022

Un senso


CLEMENTE REBORA

NON È PIÙ SU DI UN PALMO

Non è più su di un palmo
oggi il ciel dalla terra:
tumido, opaco, calmo,
l’anima in ombra di poca aria serra.

In un volgere lieve
l’infinito riposa:
la quotidiana e breve
vicenda è il suon concorde d’ogni cosa.

Allor, sorto da ignote
nicchie vapora piano
un senso sopra note
forme: e gioisce del suo ritmo umano.

(da Frammenti lirici, Libreria della Voce, 1913)

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Un’impressione essenziale viene dall’osservazione del paesaggio in questi versi di Clemente Rebora che il poeta Giuseppe Conte ha definito “visionari”: l’espressione metafisica viene quasi a presentarsi da sé, si impone all’uomo e al poeta, “una decisa presa di posizione contro una concezione edonistica, semplificata e appagante di poesia da parte di un autore che di tutto si preoccupava fuorché di compiacere i lettori”, come scrive Adele Dei nella prefazione al Meridiano dedicato a Rebora.

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FOTOGRAFIA © DELTAWORKS/PIXABAY

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LA FRASE DEL GIORNO
E qui, senza riparo né scampo, / senza inganno né fuga, / io vivo con voglia nel tempo; / e del sangue di tutti è il mio polso.
CLEMENTE REBORA, Frammenti lirici




Clemente Luigi Antonio Rèbora (Milano, 6 gennaio 1885 – Stresa, 1º novembre 1957) poeta italiano. Dopo una giovinezza inquieta alla ricerca di una dimensione trascendente, prese parte alla Prima guerra mondiale rimanendo ferito sul Podgora. Nel 1928 una crisi religiosa lo avvicinò alla fede cattolica: nel 1936 fu ordinato sacerdote.


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