FRANCO LOI
SÈM POCA ROBA, DIU, SÈM SQUASI NIENT
Sèm poca roba, Diu, sèm squasi nient,
forsi memoria sèm, un buff de l’aria,
umbría di òmm che passa, i noster gent,
forsi ‘l record d’una quaj vita spersa,
un tron che de luntan el ghe reciàma,
la furma che sarà d’un’altra gent…
Ma cume fèm pietâ, quanta cicoria,
e quanta vita se porta el vent!
Andèm sensa savè, cantand i gloria,
e a nüm de quèl che serum resta nient.
Siamo poca roba, Dio, siamo quasi niente,
forse memoria siamo, un soffio d’aria,
ombra degli uomini che passano, i nostri parenti,
forse il ricordo d’una qualche vita perduta,
un tuono che da lontano ci richiama,
la forma che sarà di altra progenie…
Ma come facciamo pietà, quanto dolore,
e quanta vita se la porta il vento!
Andiamo senza sapere, cantando gli inni,
e a noi di ciò che eravamo non è rimasto niente.
(da Liber, Garzanti, 1988)
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Il poeta Franco Loi, in un’intervista alla Lettura del 24 agosto 2014, raccontava, partendo da una citazione di Dante: “«I’ mi son un che, quando Amor mi spira, noto, e a quel modo ch’e’ ditta dentro vo significando» scrive nel Purgatorio. Mi spira significa mi alita, mi soffia. È l’amore per le cose, per la vita. Allora, quando amor mi spira, trascrivo e prendo nota. Tutto può spingerti a scrivere: la natura, l’amore per una donna, l’amicizia, la morte… La poesia è il momento in cui ti congiungi con l’ignoto, con il mistero, anche con Dio. Scrivi perché è necessario, la forma viene dopo”. Così, l’intuizione che arriva furtiva, che balena come un riflesso sull’acqua di un lago, gli permette questa considerazione ontologica sulla vita.
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CASPAR DAVID FRIEDRICH, "VIANDANTE SU UN MARE DI NEBBIA"
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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia è una delle strade per la conoscenza, di te e delle cose che hai sperimentato nella vita.
FRANCO LOI, Left, 4 maggio 2012
Franco Loi (Genova, 21 gennaio 1930 – Milano, 4 gennaio 2021) poeta, scrittore e saggista italiano. Autore in dialetto milanese, i temi ricorrenti nelle sue poesie di sono la guerra, la scoperta della presenza del male nella storia, la sensazione di un tradimento perpetrato e di ferite non rimarginabili, l'energia dell'invettiva, il rimpianto di un paradiso perduto, ma anche la costanza dell'invocazione della preghiera.
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