giovedì 2 dicembre 2021

Il nome di Charles


ALDA MERINI

LE OSTERIE

A me piacciono gli anfratti bui
delle osterie dormienti,
dove la gente culmina nell’eccesso del canto,
a me piacciono le cose bestemmiate e leggere,
e i calici di vino profondi,
dove la mente esulta,
livello di magico pensiero.
Troppo sciocco è piangere sopra un amore perduto
malvissuto e scostante,
meglio l’acre vapore del vino
indenne,
meglio l’ubriacatura del genio,
meglio sì meglio
l’indagine sorda delle scorrevolezze di vite;
io amo le osterie
che parlano il linguaggio sottile della lingua di Bacco,
e poi nelle osterie
ci sta il nome di Charles
scritto a caratteri d’oro.

(da Vuoto d’amore, 1991)

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Alda Merini tesse un elogio delle osterie, avendo bene in mente i vecchi locali milanesi e sognando quelle del citato Charles Baudelaire: “Nelle bottiglie l’anima del vino / una sera cantava: «Dentro a questa / mia prigione di vetro e sotto i rossi / suggelli, verso te sospingo, o caro / diseredato, o Uomo, un canto pieno /di luce e di fraternità»”. E come non pensare ancora alle “osterie di fuori porta” di Francesco Guccini o ai vetri d’osteria dietro cui Mario Luzi si regge “tra passato ed avvenire / o com’è giusto o come il cuore tollera”?

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PEDER SEVERIN KRØYER, "OSTERIA A RAVELLO"

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LA FRASE DEL GIORNO
Bere sarebbe troppo un atto duro / esplicito, cattivo, perentorio / ma questo gesto, che è di attesa solo, / di tanto ardore solamente include / in ogni vena dolcemente il senso.
ALDA MERINI, Lettere al dottor G




Alda Giuseppina Angela Merini (Milano, 21 marzo 1931 - 1º novembre 2009),  poetessa, aforista e scrittrice italiana. Vide pubblicate le prime poesie a diciannove anni. L’amore agitato con Giorgio Manganelli riportò alla luce i disagi psichici: dal 1965 al 1972 fu internata in ospedale psichiatrico. Dimessa, visse nella sua casa sui Navigli, spesso in stato di emarginazione, circondandosi di artisti.


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